
Una pattuglia della polizia sulla linea rossa del metrò milanese
Milano, 14 marzo 2025 – Una ragazzina di nemmeno 18 anni sulla banchina della metropolitana Cadorna, terrorizzata, sotto choc, che perde copiosamente sangue da un occhio. Piange e si copre la faccia, ma il sangue scende quasi a fiotti. Assieme a lei c'è l'amica in lacrime che fa quel che può per aiutarla. Quando Josephine Del Duca, avvocatessa trentenne che in quel momento si trova sulla metro ferma in stazione, si rende conto di quel che sta succedendo davanti a lei non esita a scendere dal treno e a correre in soccorso dell'adolescente. L'ennesimo caso di aggressione da parte di una banda di maranza risale a sabato 8 marzo, in una stazione sempre molto trafficata come lo è quella d'interscambio fra le linee 1 e 2, e a rischiare di perderci un occhio è una sedicenne che chiameremo Anna. Sono le 8 circa di sera. Anna sta tornando a casa assieme all'amica. Si trovano in stazione per prendere la linea rossa quando vengono avvicinate da tre minorenni che iniziano a deriderle. Non li hanno mai visti prima di quel momento, non sanno chi siano.
Il catcalling e le molestie
Anna indossa delle scarpe a peluche. Uno dei ragazzi che le hanno prese di mira già sulle scale comincia a sbeffeggiarla per quelle scarpe, e si mette a fare il verso di un cane che abbaia. La palpeggia, anche. Anna, impaurita e arrabbiata, prima gli dice di smetterla, poi gli molla uno schiaffo. Ed è lì che scatta la reazione violenta. Il minorenne è armato di coltello, le sferra un fendente che la raggiunge fra l'occhio e il sopracciglio sinistro provocandole un taglio di 5 centimetri. Il fendente recide una vena. "Quando la ragazza si è tolta le mani dal viso e ho visto la gravità della ferita – racconta Josephine Del Duca – mi sono messa a urlare se qualcuno avesse una sciarpa, qualcosa che potesse essere usato a mo' di benda per tamponarla. La situazione era grave, c'era questa ragazza terrorizzata, e non aveva un semplice taglio. La paura mia e delle altre persone era che potesse andare incontro a un'emorragia o perdere l'occhio. E lei che piangeva, che supplicava di non chiamare i genitori perché non voleva far sapere cos'era successo… È stato drammatico".

Scatta l’allarme
In quei momenti concitati, mentre viene dato l'allarme a 118, security di Atm e forze dell'ordine – nel mezzanino di Cadorna c'è un presidio della Polizia di Stato – arriva anche Alessandro Guarnotta. Guardia giurata, è un soccorritore esperto con trent'anni di esperienza. "La prima urgenza è stata subito quella di ridurre il rischio di un'emorragia, la ragazza stava per andare in iperventilazione – racconta il vigilante che lavora in un negozio d’abbigliamento in centro –. Assieme a una sciarpa che ci aveva dato una ragazza usata come benda d'emergenza abbiamo impiegato non so quanti fazzoletti di carta. Insomma, tutto quel che si poteva fare in attesa che arrivasse l'ambulanza abbiamo provato a farlo. Se non fossimo intervenuti subito non so davvero come sarebbe andata a finire, lo dico con consapevolezza perché di situazioni simili ne ho vissute a centinaia”. Medici e soccorritori del 118 la portano al Fatebenefratelli. Anna sarà a suo modo “fortunata”. I medici suturano la ferita, l'occhio è salvo. Il giorno dopo sarà dimessa.
Le indagini
Sia Josephine sia Alessandro sono rimasti in contatto con lei attraverso l’amica. “Sarebbe bello incontrarla e abbracciarla se e quando vorrà farlo”, dice Alessandro. Per entrambi tuttavia, quel che sta avvenendo a Milano, fra scippi e violenze sui mezzi di trasporto (e non solo), sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza. Per Josephine, che ha un passato come consigliere al Municipio di Zona 7, “chi fa politica non si rende conto di quel che succede nelle periferie, e a Milano in generale, probabilmente non usa i mezzi pubblici. Mi chiedo anche, da avvocato, come sia stato possibile non riuscire a fermare questi ragazzi quasi in flagranza di reato: quello che ha ferito la sedicenne era vestito di bianco, da com’è stato descritto. Quindi sarà stato sporco di sangue. Non c’è forse un impianto di videosorveglianza sulle banchine e nel mezzanino? Hanno avuto tutto il tempo di risalire le scale e uscire dalla stazione”. A una settimana di distanza la banda non è ancora stata identificata.
Il blitz antimaranza
All’inizio della settimana un’operazione “anti-maranza” della Polizia di Stato aveva portato all’arresto di dieci giovani stranieri tra i 18 e i 25 anni, autori di scippi e rapine su bus e metropolitane. In un caso, a Cimiano, un gruppo di sei egiziani aveva accerchiato un cinquantenne sulle scale della stazione della linea verde: per strappargli la catenina l’avevano scaraventato a terra provocandogli una frattura a una gamba.