Milano, 26 ottobre 2018 - Lo stato di agitazione è stato ufficialmente proclamato nelle ultime ore dalle sigle Sulpm, Adl, Sgb e Usb della polizia locale. Vigili in trincea contro l’introduzione del badge, come raccontato ieri sulle pagine del Giorno. Ma non solo. Sì, perché nella missiva che i quattro sindacati hanno indirizzato alla Prefettura e alla Commissione di garanzia per il diritto allo sciopero nei servizi pubblici sono stati elencati cinque punti alla base della rottura con l’amministrazione di Palazzo Marino: oltre alla rilevazione elettronica delle presenze, i delegati hanno contestato pure «l’inadeguata destinazione prevista per il 2018 al fondo previdenziale ex articolo 208 del Codice della strada», vale a dire la percentuale sull’incasso annuale da multe che va destinata per legge alla pensione integrativa dei ghisa (al momento la cifra balla tra uno e due milioni di euro da dividere tra i tremila agenti in servizio a Milano); senza dimenticare le richieste della riapertura urgente del confronto sulle politiche occupazionali, della definizione di una polizza assicurativa che copra integralmente «il danno patito dagli operatori per qualsiasi infortunio sul lavoro» e del varo di procedure trasparenti sul fronte della «mobilità interna del personale della polizia locale». La conclusione della lettera è scontata: «Si richiede al prefetto la convocazione delle parti per la procedura di raffreddamento dei conflitti».
L’anticamera dello sciopero, se la frattura non si ricomporrà in tempi brevi. Il tema-chiave, par di capire, resta comunque la rivoluzione badge, peraltro imposta dalla normativa nazionale. Una rivoluzione difficilmente arrestabile, al momento, visto che la sperimentazione sta per entrare nel vivo: il primo novembre, il test scatterà al Comando di Zona 3 e presso gli uffici del Personale in piazza Beccaria; a inizio dicembre toccherà a Radiomobile e centrale operativa, mentre il 10 di quel mese ci sarà una prima verifica, in vista dell’estensione della procedura a tutti i componenti del Corpo nel 2019. Andrà in pensione la cosiddetta «spunta» manuale affidata al graduato di turno, il nuovo sistema verrà gestito da un mega database che conterrà le informazioni relative a ogni ghisa. Novità che non vanno proprio giù al segretario cittadino del Sulpm Daniele Vincini: «Si verrà a creare una situazione ingestibile per la polizia locale – preannuncia il sindacalista – costretta a sopperire con tanti straordinati alle mancate assunzioni promesse dal sindaco Sala».