NICOLA PALMA
Cronaca

Biglietti per i concerti venduti a prezzi 15 volte più alti: chi sono i “vampiri” che fanno i soldi alle spalle dei fan

Agcom rifila una maxi-multa da 300mila euro dopo aver monitorato i prezzi dei tagliandi messi sul mercato nel circuito del secondary ticketing

Taylor Swift

Taylor Swift

Milano, 25 settembre 2024 – Non è la prima multa del genere. E non sarà neppure l’ultima. Da anni, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni stanga regolarmente le società che rivendono i biglietti di concerti e partite a prezzi nettamente superiori rispetto a quelli di listino. Il sistema illegale, però, riesce sempre a rigenerarsi, magari cambiando dominio o facendo leva sul ginepraio di indirizzi e sedi operative che spesso porta a un vicolo cieco.

Ciò non toglie che le multe dell’Agcom rappresentino una delle poche contromisure efficaci al fenomeno del secondary ticketing, che, a detta dell’Authority, “sottrae risorse al Fisco, comporta costi ingiustificati a carico dei consumatori e riduce le possibilità di accedere a eventi culturali e spettacolistici di interesse”; senza contare gli “indebiti vantaggi economici” per i bagarini digitali, “a scapito degli operatori autorizzati”.

Cari come il fuoco

Stavolta la società finita nel mirino è la Gigsberg Services OU, con sede nella capitale estone Tallinn, che per l’Agcom gestisce la piattaforma www.gigsberg.com: lì sono comparsi nel luglio 2023 decine di biglietti di 30 eventi musicali, di cui la maggioranza a Milano: dalle serate kolossal di Taylor Swift del 13 e 14 luglio 2024 a San Siro alla doppia tappa all’Ippodromo La Maura del cantautore canadese Abel Makkonen Tesfaye alias “The Weeknd” (26 e 27 luglio 2023), dai due appuntamenti con i Depeche Mode al Forum di Assago (28 e 30 marzo 2024) ai 15 concerti del pianista Ludovico Einaudi al Teatro Dal Verme dal 30 novembre al 17 dicembre 2023.

Le segnalazioni di un utente, di uno studio legale e dell’Associazione Unione per la difesa dei consumatori hanno fatto scattare gli accertamenti dell’Authority, che hanno fatto emergere rincari variabili “da una maggiorazione di circa il 20% fino a un prezzo 15 volte superiore rispetto a quello nominale”.

Società sbugiardata

Chiamata in causa, la Gigsberg ha affermato innanzitutto di non essere la titolare del sito, nonostante il nome comparisse nel documento “Termini e condizioni”; in secondo luogo, ha messo in dubbio il “potere sanzionatorio” dell’Agcom e sostenuto la tesi della “presunta interpretazione eccessivamente restrittiva della legge”.

Tesi rispedite al mittente dall’Autorità presieduta da Giacomo Lasorella: “Emerge come la società Gigsberg gestisca una rilevante piattaforma sul mercato globale del secondary ticketing e che, operando sia nell’intermediazione che nella vendita diretta dei biglietti, e intrattenendo rapporti commerciali diretti con dei partner affiliati a livello internazionale, sia pienamente a conoscenza e consapevole delle pratiche illecite commesse tramite la propria piattaforma”.

In assenza di dati sul fatturato degli ultimi tre anni (Gigsberg non li ha forniti), l’Agcom si è basata su fonti aperte, scoprendo da un rapporto del consorzio Feat che la società tra Baltico e Svizzera è un player di primo piano del mercato di riferimento (il terzo per importanza sulla piazza inglese). Da qui la decisione di applicare una sanzione da 10mila euro per ciascuno dei 30 eventi. Risultato: 300mila euro.