NICOLA PALMA
Cronaca

Milano: bagni gratis in cambio di pubblicità. Azzerato il bando, è tutto da rifare

Stop al piano comunale da 15 milioni per 70 wc. I giudici: non indicato il valore della contropartita allo sponsor

La zona di piazza San Babila

di Nicola Palma

Un investimento da 15 milioni di euro in 18 anni in cambio di 97 impianti pubblicitari digitali. Era questo il progetto del Comune per incrementare il numero dei bagni pubblici automatizzati presenti in città, sostituendo i 49 già esistenti e aggiungendone 21 sia in centro e nei luoghi più frequentati dal popolo della movida sia in periferia. "Questo piano ci consente di avere servizi migliori, ben gestiti e senza oneri per l’utenza", aveva detto un anno fa l’allora assessore all’Arredo urbano Pierfrancesco Maran. Sì, perché l’altra novità era rappresentata dalla gratuità del servizio, a fronte dei 10 centesimi necessari attualmente per usufruire dei wc. Ora, però, una sentenza del Tar ha pesantemente rimesso tutto in discussione, azzerando sia l’avviso pubblico lanciato da Palazzo Marino il 20 luglio 2021 sia la delibera di Giunta che due mesi prima varò le linee di indirizzo "per la realizzazione, in via sperimentale, di progetti e iniziative volte alla rigenerazione di spazi urbani mediante l’individuazione di sponsor tecnici".

I giudici amministrativi, sollecitati dal ricorso di Clear Channel (che non ha partecipato alla gara), hanno in sostanza affermato che in procedure del genere è obbligatorio quantificare anche il valore della controprestazione, non solo quello dell’investimento dello sponsor. All’appello avevano risposto in tre: MediaOne, Urban Vision e il tandem Vox Media- A&C Networks. Le basi d’asta del bando avevano stabilito i seguenti paletti economici: 56mila euro per la progettazione esecutiva, 3,5 milioni per la fornitura dei servizi igienici automatizzati, 644mila euro per la posa in opera, l’allacciamento ai sottoservizi e la sistemazione delle aree esterne e 10,208 milioni per la gestione del servizio e la manutenzione dei bagni per 18 anni. Al primo posto si era classificata Urban Vision, anche se la procedura prevedeva un diritto di prelazione per la società che si occupa al momento dei wc comunali. Nel frattempo, Clear Channel Italia spa, azienda che tra l’altro gestisce in esclusiva la comunicazione del servizio di bike sharing all’ombra della Madonnina, ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo, contestando l’assenza di un riferimento al valore del ritorno d’immagine garantito ai vincitori del bando.

Detto altrimenti: quanto ricaverà Urban Vision, o chi per essa, dai 97 impianti pubblicitari concessi per 18 anni? Più o meno dei 15 milioni messi sul piatto per i 70 bagni automatizzati? Il collegio presieduto da Domenico Giordano ha accolto l’istanza: "È illegittima, nell’ambito di una procedura di sponsorizzazione, la determinazione dell’importo a base di gara commisurato esclusivamente al valore dei lavori o servizi da realizzare e del tutto disancorato dall’effettivo valore della controprestazione", la motivazione principale della decisione. Del resto, hanno aggiunto i giudici, pure l’Anac, in una delibera del 2017, ha ribadito che nelle sponsorizzazioni l’importo di base "non può e non deve essere automaticamente identificato nel valore dei lavori, dei servizi e delle forniture richiesti e da eseguire o acquistare, ma deve tenere conto soprattutto del valore del ritorno pubblicitario e di immagine (in senso lato) ritraibile dall’abbinamento del nome o del marchio d’impresa agli interventi da realizzare". La mancata quantificazione del valore, a parere del Tar, può riflettersi sul principio di buona amministrazione, "avendo potenzialmente esposto il Comune al rischio di concedere allo sponsor un’utilità superiore a quella acquisita". Tutto da rifare.