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"Sei mia figlia, ti porto via". E tenta di rapire una bambina in corso Vittorio Emanuele

Passa un uomo, sulla cinquantina, la vede, pensa che sia sola, l’afferra per una mano, la strattona e la trascina, cerca di portarla verso la sua macchina, parcheggiata lì a poca distanza. La bambina comincia a urlare, cerca di divincolarsi, ma non riesce subito a lasciare la presa di Anna Giorgi

Una bambina (foto Germogli)

Milano, 25 giugno 2015 - Per un soffio non raccontiamo la storia della scomparsa di una bambina. Forse soltanto perché il tentato sequestro è avvenuto in un luogo molto affollato, come corso Vittorio Emanuele, quasi vicino a piazza Duomo e in un’ora, le 15 di ieri, di massimo passaggio. Questa la scena che finirà con una collutazione, un arresto, e una bambina, di 9 anni, sotto choc, ricoverata in ospedale. La piccola è in giro per fare acquisti e passeggia con la zia. Con loro anche due amici della donna, due agenti di polizia penitenziaria, fuori dal servizio. Un pomeriggio di relax e shopping, i quattro escono da un bar e guardano le vetrine del corso, la donna lascia qualche attimo la bambina con i due amici ed entra in un negozio, passa qualche minuto, il tempo di scegliere e pagare, intanto la bambino di 9 anni è fuori, è sul marciapiede. A qualche metro di distanza ci sono i due adulti, i due amici della zia, quindi non è sola e non è in una situazione di potenziale pericolo. Passa un uomo, sulla cinquantina, la vede, pensa che sia sola, l’afferra per una mano, la strattona e la trascina, cerca di portarla verso la sua macchina, parcheggiata lì a poca distanza. La bambina comincia a urlare, cerca di divincolarsi, ma non riesce subito a lasciare la presa. Gli amici della zia si accorgono di quello che sta succedendo, attirati dalle urla della bambina, rincorrono l’uomo, che aveva già guadagnato qualche metro, cercano di liberare la piccola. In quel momento passa una pattuglia dei vigili che assiste alla scena. Gli agenti di polizia locale scendono dall’auto si avvicinano al cinquantenne che reagisce aggredendoli, avranno entrambi sette giorni di prognosi. Quell’uomo, R.S. 46 anni, di origini campane, è un pregiudicato per reati di ricettazione, atti persecutori e stalking nei confronti della moglie.

Per questo è stato allontanato dalla famiglia, ha due figli. Mentre trascinava via la bambina, la prima che aveva incrociato per caso sul suo cammino, gridava: «Sei mia figlia, ti porto a casa». Gli investigatori hanno escluso qualunque collegamento tra l’uomo e la bambina. Nessun rapporto di conoscenza, perché la piccola è residente a Udine e si trovava in vacanza qualche giorno dalla zia che abita a Milano. L’uomo è stato arrestato dai vigili del nucleo antiabusivismo e dagli uomini dell’unità tutela minori, coordinati da Tullio Mastrangelo, l’accusa è tentato sequestro di persona aggravato (dalla minore età della bambina) e resistenza a pubblico ufficiale. Il pm è Antonio D’Alessio. Il pregiudicato non risulta in cura. La bambina, invece, è stata ricoverata in stato di choc in ospedale e sarà sentita in questi giorni in audizione protetta per ricostruire esattamente i fatti.  anna.giorgi@ilgiorno.net