Milano, 25 maggio 2023 – Era la fine del 2020, l’Italia in piena pandemia entrava e usciva dalla “zona rossa“. Tempi duri, anche per i ladri. Ma il Natale in vista riaccendeva le speranze. Pure dei malviventi. "Comincia che poi domenica ci sono... siamo gialli no, quindi la gente comincia a uscire". "Sì, a comprare i regali". "Eh è tutto fermo, a Capodanno vediamo, ci divertiamo a fare qualcosa...". Tradotto: rubare. E si deduce dal fatto che la conversazione prosegue con il racconto del furto di un gioco in un negozio che, rivenduto, ha fruttato 70 euro. Nulla, però, in confronto alle centinaia di migliaia di euro ottenute dalla rivendita di orologi, gioielli e vestiti griffati (rubati e rivenduti).
Un business criminale finito grazie a un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Milano che hanno sgominato la banda tuttofare che seguiva tutta la “filiera“: dai colpi in strada nei quartieri caldi della movida meneghina alla ricettazione e alla rivendita della refurtiva fino al commercio di oggetti contraffatti. Cinque italiani tra cui una donna sono finiti agli arresti domiciliari. Per un’altra, donna, è scattato invece l’obbligo di dimora. Misure disposte dal gip milanese ed eseguite ieri tra Milano e Caserta. Indagate in stato di libertà altre cinque persone.
L’accusa? Associazione per delinquere finalizzata all’introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. Un bracciale dal valore commerciale di 25mila euro e due orologi, di cui un Audemars Piguet, sono stati rivenduti nel campo rom di via Monte Bisbino rispettivamente a 6mila, 7mila e 4mila euro. Acquistati invece in Francia da un uomo presumibilmente serbo borse e borselli Louis Vuitton, Chanel ed Hermes (uno “stock“ a 6mila euro) e un orologio Rolex Daytona a 12.500 euro. Versati “appena“ 3.200 euro invece per un Rolex Daytona Zenit in oro, consegnato alla banda da un centrafricano, già provento di truffa, poi rivenduto a un altro acquirente. La lista è lunghissima. Un giro d’affari enorme. Basti dire che nel corso di indagini e perquisizioni, oltre a decine di beni di lusso, i carabinieri hanno sequestrato denaro contante per 429.900 euro.
Questo è il secondo capitolo dell’indagine dei carabinieri della Compagnia Milano Duomo guidati dal capitano Gabriele Lombardo, coordinata dalla Procura della Repubblica. A ottobre 2021, l’arresto di quattro senegalesi ritenuti responsabili di almeno otto rapine per un valore complessivo di 80mila euro. Da qui i carabinieri sono risaliti alla banda che si appoggiava a stranieri o cittadini di etnia rom specializzati in furti e rapine. Tra le intercettazioni, la “trattativa“ in un campo nomadi: Gilberto Lanza, ritenuto il “capo“, di 56 anni, detto Davide, nasone o Joker, si lamenta del poco guadagno: "Ho perso un milione quest’anno, dobbiamo lavorare!". E sprona gli interlocutori a darsi da fare: "Ragazzi bisogna rubare! Basta truffe!".
In cima alla piramide pure la sua compagna Antonietta Esposito, di 52 anni, con un precedente per furto. Mentre stando alle indagini Francesco Dimasi, quarantaseienne, condannato in passato per guida in stato di ebbrezza e segnalato per ricettazione, era il “corriere“ che trasportava la merce e trasferiva in Svizzera i contanti. Mentre Raffaele Fiengo, di 47 anni, con furto e ricettazione già sul curriculum, stando sempre a quanto emerso dalle indagini era specializzato nella compravendita di orologi di lusso. Ruolo importantissimo quello “dell’invisibile“ Daniele Urso, che oltre a partecipare all’attività di compravendita dei cronografi era l’intermediario tra le banda e la manovalanza straniera.
Da evidenziare anche l’assist dato dall’amante del “capo“, furiosa per la fine della loro storia. In strada, urlando contro l’abitazione dell’uomo, diceva: "Vi hanno regalato sicuramente degli orecchini o qualche Rolex rubato, tanto loro (rivolgendosi ai carabinieri, ndr) fanno quello per campare e voi lo sapete bene. Fategli una perquisizione a casa che gli trovate tutto".