PAOLA PIOPPI
Cronaca

Facevano acquisti per milioni di euro e poi sparivano: così una banda di truffatori ha rovinato decine di aziende

False fidejussioni, uffici scomparsi a conclusione delle trattative: 20 indagati per una serie di raggiri in tutto il Nord Italia

La Squadra Mobile di Como ha smascherato una banda di truffatori che colpiva in tutto il Nord Italia

Cormano (Milano) – False bozze di fidejussioni, uffici spariti a conclusione delle trattative, soggetti sempre diversi per portare avanti acquisti di auto, lamiere, carichi di pneumatici o alimenti. Una quantità di truffe con danni ingentissimi, realizzate tra 2017 e 2018 da una banda di cui facevano parte una ventina di soggetti, tra organizzatori dei raggiri e ricettatori, le cui indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Como, sono ora giunte a conclusione.

Indagati sono principalmente Filippo Buccheri, 71 anni di Merone (Como), il figlio Fabio, 39 anni residente a Milano, Antonio Parisi, 49 anni di Cormano, Sandra Tallarini, 55 anni di Milano e Mauro Alessandro Gadoni, 35 anni residente in Svizzera. Tutti insieme, sotto la direzione dei due Buccheri, e man mano coinvolgendo anche altri indagati, avrebbero gestito con ruoli a vario titolo società in cui i coindagati avevano diversi ruoli, e uffici a Figino Serenza e Milano, con cui portavano avanti trattative di acquisto di veicoli con aziende del Nord Italia.

Venivano poi chiesti posticipi dei termini di pagamento, e inviate via mail copie di false fidejussioni. Sarebbero così stati acquisiti 12 veicoli per un importo di 220mila euro ai danni di una concessionaria della Bergamasca, che era però riuscita a bloccare una successiva consegna di altri 12 veicoli, una fornitura di lamiere da 210mila euro da una società di Padova, 31 auto destinate a noleggio senza conducente, da una concessionaria della provincia di Milano, per un importo di 800mila euro, dismettendo subito dopo l’ufficio appositamente organizzato a Milano, e rendendosi così irreperibili per le parti offese.

Uno degli ultimi tentativi contestati, ha riguardato una fornitura di bevande e alimenti da 1,8 milioni di euro, da parte di una ditta di Vicenza, scesa poi a 450mila quando la società ha chiesto ulteriori verifiche sulla fidejussione: ma l’intervento della polizia, che ha spinto i venditori a chiedere ulteriori garanzie, aveva impedito di portare a termine la consegna della merce. Lo stesso era accaduto nella trattativa per l’acquisto di pneumatici, o di un mezzo da cantiere o di un impianto di smaltimento rifiuti.