Un’attività di famiglia, tramandata di padre in figlio, ora premiata dalla Regione come "negozio storico". Quello che oggi è il bar Max in origine era un bar-latteria. Ad aprirlo, nei primi anni Sessanta, fu Rita Marella, all’epoca 26enne, che scelse come ubicazione via Bruno Buozzi a Rozzano, in località Pontesesto. Nel 1969 il trasloco in via Ariosto, nel medesimo quartiere. I nuovi locali permisero a Rita di dividere l’attività di latteria-salumeria da quella di bar. E così, mentre la giovane commerciante si occupava della rivendita di generi alimentari, il marito Giuseppe Alberga, oggi 86enne, si metteva al timone del bar, chiamato non a caso "da Peppino". Continuando ad espandere negli anni i propri servizi (totocalcio, gelato artigianale, pizzeria), i coniugi Alberga sono diventati centrali nello sviluppo commerciale della frazione, dove hanno contribuito a vivacizzare il tessuto economico e sono diventati un punto di riferimento per gli abitanti. Nel 1987 il figlio 18enne Massimiliano è entrato a far parte dell’attività e nel 2000 ha preso in gestione il bar, rinominandolo appunto bar Max. Un’attività di famiglia che esiste tuttora e dove anche il rapper Sfera Ebbasta è di casa. "Dei primi tempi in bottega ho ricordi bellissimi. La gente era più umana, educata. Si trovava sempre il tempo di scambiare due parole – racconta Rita –. Coi clienti c’era un rapporto di fiducia: per chi lo desiderava, tenevo una sorta di libretto di risparmio, dove le persone potevano accantonare di volta in volta piccole somme e, a fine anno, fare la spesa con quello che avevano messo da parte". Il radicamento nel territorio è uno degli aspetti, per i quali il negozio di Pontesesto è tra quelli premiati dalla Regione. "Negli anni – questa la motivazione – Rita e Peppino hanno rappresentato perfettamente sia il concetto di negozio di vicinato sia quello di impresa familiare, offrendo tutto il necessario ai loro clienti e gestendo in maniera impeccabile ogni aspetto della loro attività. Un’eredità raccolta poi dal figlio Massimiliano".
CronacaBar Max, sessant’anni e non sentirli: "Qui Sfera Ebbasta è di casa..."