ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Il barbiere a Porta Vigentina? E' una bionda (anzi tre)

La regola del maestro Pino: niente pettegolezzi

La squadra: Giuseppe Muollo circondato da Chantal, Alessia e sua figlia Claudia (NewPress)

Milano, 3 novembre 2017 - Uno staff di tre fanciulle (supportate da un maestro con un’esperienza di 50 anni), pare le uniche in tutta Milano a saper fare la barba a mano libera. Il talento immaginifico delle proposte che sfiorano il licenzioso, come la barba «a tetta di monaca»: «Significa uscire dal salone con il viso perfettamente liscio», spiega a scanso di equivoci Claudia Muollo, 22 anni, una delle tre barbiere de “I Vigentini”. Figlia e nipote d’arte: il papà Giuseppe, in arte Pino, è titolare e lavora qui in corso di Porta Vigentina dal 1968. Il nonno era barbiere a Salerno. In questo salone di acconciature maschili vicino a Crocetta a farsi dare una «sistematina» è passato il gotha della finanza e industria italiana: Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo ed ex ad di Unicredit, e Paolo Scaroni, ex amministratore delegato di Enel ed Eni. Tra i vip anche il noto opinionista televisivo Tiziano Crudeli. Gli altri clienti hanno un anno di vita o appena festeggiato 90 anni. Pino puntualizza: «Da noi non si cerca solo un servizio di qualità. Ma la possibilità di ritagliarsi un angolo di pace, di fuggire dallo stress».

Vedere  per credere: un ragazzo hipster è letteralmente sdraiato sulla poltrona old style mentre una delle tre “muse”, Chantal Zanarella, laurea in scienze politiche, è all’opera per aggiustare la barba. Si respira una bella atmosfera di serenità che ha convinto Claudia, come Chantal e Alessia Palladini, ad abbracciare questo mestiere tradizionalmente maschile. «Dopo il diploma come perito aziendale, ho frequentato per tre anni l’accademia per parrucchieri. Poi sono passata per la solita trafila di stage in saloni femminili. Quasi tre anni fa sono venuta da mio padre. Mi sono resa conto che solo qui tornavo a casa dopo il lavoro completamente rilassata».

Claudia si è data qualche spiegazione: «Nessun uomo mi ha mai messo in difficoltà né ha mai avanzato richieste impossibili. Ma soprattutto in barberia è assente il vizio dello “spetteguless”». Il mio maestro papà mi ha insegnato a fare la barba classica ossia a rasare tutto il viso, e quella moderna che è lunga e folta ma deve essere sfumata, fino alla barba ricamata, la più richiesta dopo la classica, che prevede di “pulire” guance e collo ed è perfettamente cesellata nella forma, pur essendo lunga di 10 o 15 giorni. A spuntare i baffi a manubrio o alla Salvador Dalì…». Altre dritte non hanno a che fare con la tecnica: «Non violare la privacy del cliente, facendogli subire un “interrogatorio” su chi è e cosa fa, che può non essere gradito. Dare sempre del lei». Gli strumenti del mestiere sono soprattutto le forbici. Claudia ne ha ben quattro nel suo marsupio professionale: «Non sono tutte uguali: ci sono a lama corta e lunga. Quelle con lama tronca o dentata che va a sfoltire senza tagliare», precisa la giovane. «È vietato da tanti anni l’uso del rasoio a serramanico» aggiunge il papà. Quello elettrico si usa, ma non spesso. Pentita della sua scelta professionale? «Affatto – commenta Claudia - gli affari vanno bene. Sempre più uomini scoprono il piacere di sfoggiare una bella barba. Perplessità a farsi servire da una donna? Veramente c’è chi chiede di assumere una quarta ragazza, ricordando a mio padre che a 67 anni forse è ora di andare in pensione…»