BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Basta costruire sul verde: "I danni in Emilia Romagna non ci insegnano nulla"

La minoranza di Cernusco sul Naviglio attacca la lottizzazione in via Cevedale "Si eliminano terreni agricoli che sono “spugne“ per il meteo impazzito" .

Basta costruire sul verde: "I danni in Emilia Romagna non ci insegnano nulla"

Il comitato che protesta contro le nuove costruzioni sui terreni agricoli

Per approvarlo servirono 17 ore di discussione in aula e tre anni di iter, ma l’opposizione a Cernusco non ha mai smesso di criticare la lottizzazione di via Cevedale. E con le alluvioni che hanno messo in ginocchio il Paese, torna alla carica: "L’Emilia Romagna non insegna nulla", dice Cernusco in Comune (l’associazione che sostiene le forze di Sinistra per Cernusco e La città in comune). "Ora, i terreni dove si costruirà sono allagati, fanno da spugna con il clima impazzito che ha provocato già tanti danni anche qui - spiegano gli attivisti –. Bisognava fare marcia indietro per salvaguardare il nostro delicato equilibrio ambientale". Un monito per il nuovo Piano di governo del territorio che si rimette in moto dopo la scomparsa del sindaco Ermanno Zacchetti, come annunciato in Consiglio nei giorni scorsi dalla Giunta. "Non dobbiamo più consumare suolo", ribadisce il gruppo che ricorda che "come certifica il rapporto Ispra-ministero dell’Ambiente 2023, la città è cementificata per il 74%. Quello che abbiamo visto accadere in Romagna con alluvioni e disastri causati dall’incapacità del territorio di gestire piogge intense, potrebbe verificarsi anche qui. Non sarà sufficiente depavimentare piccole aree per migliorare la situazione". La ricetta per loro è un’altra. "Occorre un vero e proprio ripensamento del modello di sviluppo urbano, bisogna privilegiare soluzioni che proteggano le risorse naturali e che siano in grado di far fronte a fenomeni meteorologici sempre più estremi". Una linea che verrà ribadita in aula a ogni passaggio del Pgt. Nel mirino ancora una volta l‘accordo su via Cevedale con i costruttori, che avevano accettato di ridurre le volumetrie dal 25 al 15%, ma in cambio avevano chiesto l‘eliminazione degli appartamenti a prezzi calmierati (stralciati in zona industriale, via Brescia).

Una scelta contro la quale si sollevarono le minoranze: "Un regalo ai privati. Un‘area verde si poteva sacrificare per tendere una mano ai ragazzi, non alla speculazione", disse in Consiglio Rita Zecchini (Sinistra per Cernusco e La città in comune). L’insediamento "è diventato di 12mila metri, 100-120 appartamenti dipenderà dal taglio". Le ruspe ancora non ci sono, ma è solo questione di tempo. Legambiente Martesana organizzò un flashmob contro la scelta di costruire, ma l’amministrazione ha sempre respinto l’accusa di sostenere il mattone, puntando su un altro dato: "Ogni cernuschese ha a disposizione 71,5 metri quadrati di verde, contro una media provinciale di 32".