Roberta Rampini
Cronaca

"Battaglia vinta dai nostri ospedali"

Oltre 1.300 pazienti Covid curati a Garbagnate e Rho. Il primario di Pneumologia racconta due mesi in trincea

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Snocciola i numeri: quasi 1.300 pazienti Covid-19 curati da inizio marzo ad oggi. Altri 150 malati ancora ricoverati nei reparti dedicati dell’ospedale di Garbagnate Milanese e Rho. E aggiunge, "ho ammirato il coraggio di tutti gli operatori sanitari del reparto che non si sono mai tirati indietro. In pneumologia abbiamo raddoppiato i posti letto, triplicato i ricoveri, ma il numero di medici è rimasto sempre lo stesso e nessuno si è contagiato".

E’ Francesco Bini, 42 anni, direttore dell’Unità Operativa di pneumologia, a raccontare quello che è successo in questi due mesi e mezzo negli ospedali dell’Asst Rhodense e come gli ospedali si sono riorganizzati per affrontare la fase 2. Nei quattro reparti Covid-19 è stato curato oltre un migliaio di pazienti, "credo sia un numero molto significativo, ci hanno mandato pazienti anche dalle province di Bergamo, Brescia e Lodi, il nostro reparto è uno dei più ampi e moderni della Lombardia, ha fatto la sua parte, non siamo mai stati senza dispositivi di protezione individuale e in pochissimi giorni è stato possibile allestire macchinari e ventilatori - spiega i - all’inizio è stato drammatico per tutti, ora si lavora con più serenità e maggiore consapevolezza. Sappiamo come la malattia si evolve, quali sono i sintomi che ci dicono che c’è un peggioramento o viceversa un miglioramento, si riesce a gestire meglio anche i rapporti interpersonali con i pazienti".

Ora man mano che i reparti si alleggeriscono vengono sanificate stanze e locali e si va verso una ripresa graduale, attenta e sicura dell’attività sanitaria e delle sale operatorie. In che modo? "Sono stati creati dei reparti ‘filtro’ in entrambi gli ospedali - spiega Bini - indipendentemente dalla modalità di arrivo, tutti i pazienti che accedono al pronto soccorso, vengono sottoposti subito ad tampone e intanto vengono curati per la patologia per la quale sono venuti in ospedale. Solo dopo il secondo tampone negativo il paziente viene ricoverato in reparto dove continua con le cure mediche. In caso invece di tampone positivo, anche se asintomatico, il percorso è differente".

Un’altra novità sono i test sierologici per tutto il personale sanitario su base volontaria iniziati la scorsa settimana e servono per accertare il numero di medici e infermieri che potrebbe aver contratto il Coronavirus pur senza sintomi. Cosa abbiamo imparato da questa pandemia? "Che forse quando non si conosce un virus è meglio non fare troppe interviste o non dire cose che poi il giorno dopo vengono smentite - conclude il medico pneumologo - bisogna essere più cauti e fare comunque maggiore prevenzione".