Milano, 2 settembre 2024 – È iniziata col fuoco – un piccolo incendio in cella, materassi o quel che si trova – anche la rivolta di sabato sera all’Ipm (Istituto penale minorile) Beccaria di Milano. L’ultima di una serie che s’è intensificata in questa calda estate, nonostante l’immissione progressiva di almeno una cinquantina di agenti (seguita alla sospensione, a primavera, di 21 poliziotti penitenziari accusati di torture e violenze ai baby detenuti) e la riduzione dei reclusi da 92 ai 58 che avrebbero partecipato “tutti” a “gravissimi disordini” e una “tentata evasione di massa”, denunciava Gennarino De Fazio, segretario generale del sindacato UilPa Polizia penitenziaria, mentre l’istituto veniva cinturato in forze dalla polizia di Stato e dai carabinieri.
Il bilancio
Oltre a vigili del fuoco e ambulanze per una decina di contusi non gravi tra agenti e detenuti, uno dei quali è finito in ospedale piantonato fino alle 8 del mattino da personale della Questura “per mancanza di operatori della Penitenziaria”, chiariva De Fazio, diramando, intorno alle sei del mattino, il bilancio della “notte di ordinaria follia”, che solo “grazie alla straordinaria opera delle donne e degli uomini della Penitenziaria presenti e intervenuti liberi dal servizio” non ha avuto “conseguenze irreparabili”, benché si registrino “ingenti danni alla struttura”.
Gli "scomparsi” rintracciati
Nel caos generale, “diversi detenuti hanno tentato di evadere e ben quattro sono riusciti a scavalcare il muro di cinta”, ricostruisce il segretario della UilPa Penitenziaria: uno è stato subito bloccato, altri tre sedicenni di origine nordafricana – uno era già evaso dal Beccaria a metà giugno – sono stati irreperibili per diverse ore, le foto segnaletiche distribuite alle macchine delle forze dell’ordine di pattuglia in città finché non sono stati rintracciati “sui tetti, ma sempre all’interno del penitenziario, dopo qualche ora”.
Al Beccaria sono state pure trovate delle “lenzuola annodate” ma “nessuno è riuscito ad evadere”, preciserà De Fazio dopo una nota del dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità del ministero che sostiene che “non vi è stato alcun tentativo di evasione”, confermando invece “ingenti danni” e “tre detenuti nascosti nel perimetro murato del carcere”.
Insomma non si è ripetuto il copione di Natale 2022, quando sette reclusi tra i 17 e i 19 anni (tutti rientrati alla base o riacciuffati in qualche giorno) scapparono dal campo di calcio approfittando del cantiere che al Beccaria va avanti da oltre tre lustri, complici danni che s’aggiungono di rivolta in rivolta.
Estate bollente
Sabato erano passati appena dieci giorni dagli ultimi disordini, nella notte tra il 20 e il 21 agosto, durante un’evacuazione sempre a seguito del rogo di un materasso. Il 7 luglio altro incendio, alcune celle inagibili, un agente e due reclusi lievemente intossicati; il 14 giugno l’evasione di due sedicenni, all’indomani del ritrovamento di dosi di hashish e di un cellulare in carcere da parte della Penitenziaria.
Era la terza in meno di un mese: il 19 maggio un fuggitivo era stato preso appena uscito dal carcere, il 30 maggio un altro s’era dato alla macchia durante il trasferimento in comunità seguito ai disordini del giorno prima, quando cinquanta detenuti s’erano ribellati a un’ispezione antidroga barricandosi in un’ala dell’istituto, e c’erano volute tre ore per calmarli. Neanche tre settimane prima, tra il 5 e il 6 maggio, altra rivolta: materasso bruciato, danni e, in quel caso, pure aggressioni verbali ai soccorritori del 118.