Milano, 21 agosto 2024 – Polveriera Beccaria ancora al centro della cronaca. L’ultimo episodio che ha movimentato la “routine” del carcere minorile milanese risale a questa notte, fra martedì 20 e mercoledì 21 agosto.
Verso l’1 è scattato l’allarme per l’incendio all’interno di una cella. A bruciare era un materasso. Per precauzione è scattata l’evacuazione di parte del reparto dove sono divampate le fiamme. Una ventina di detenuti è stata portata in cortile. Nel corso delle operazioni di trasferimento è scattata una nuova scintilla: si sono scatenati disordini durante i quali un agente della polizia penitenziaria ha ricevuto un colpo in testa.
La calma è tornata quando sono intervenute alcune pattuglie dei carabinieri del Nucleo radiomobile ed equipaggi della Volante in aiuto. Per quanto riguarda l’incendio, invece, sono stati mobilitati cinque mezzi dei vigili del fuoco che hanno avuto ragione della fiamme in breve tempo.
Cinque agenti di polizia penitenziari e tre detenuti, rimasti leggermente intossicati dal fumo, sono stati portati in ospedale per accertamenti. Le loro condizioni non sono considerate preoccupanti.
Lo sconforto del Sappe: “Volevano evadere”
È sconfortato Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), nel raccontare quel che è avvenuto nelle ultime ore nel carcere minorile Beccaria di Milano e chiede: “Ancora c'è chi si ostina a chiamare 'poveri ragazzi’ questi delinquenti criminali? La sfrontatezza, il menefreghismo, il mancato rispetto delle regole minime ed il senso di impunità di cui sono convinti di godere taluni detenuti del carcere minorile di Milano sono tali che assistiamo ogni giorno a incredibili e gravi episodi di violenza”.
“Questa volta i fatti sono avvenuti nella notte - ricostruisce Greco -. Tutto è successo perché un detenuto aveva la tosse: a mezzanotte gli hanno procurato lo sciroppo ma lo ha rifiutato. Poi un gruppo di detenuti hanno incendiato un materasso e quando il poliziotto ha aperto la cella per intervenire, i ristretti lo hanno accerchiato e picchiato. Gli hanno rotto il labbro, la testa e spruzzato l'estintore in faccia. Sono scesi, hanno colpito altri colleghi e hanno preso le chiavi e sono usciti all'aria aperta. Sicuro volevano evadere. È arrivato supporto anche dai vigili del fuoco, polizia e carabinieri. Tre detenuti inviati in ospedale, rientrati all'Ipm entro due ore mentre i poliziotti feriti sono sei, quello picchiato, uno con trauma cranico e gli altri intossicati”. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “ormai, episodi come questi, in quasi tutti i penitenziari della Nazione sono all'ordine del giorno tanto da non fare più né notizia sull'opinione pubblica e, cosa ancor peggio, da considerare il quanto non più fatti di una sbalorditiva gravità, ma quasi come ordinaria amministrazione”.