
Don Andrea Bellò, 47 anni
Milano, 16 novembre 2020 - Sarà un collegamento in diretta streaming ma soprattutto di cuori, quello che debutterà questa sera al quartiere Corvetto per unire tutte le famiglie di alcune vie nello stesso istante. Ogni settimana un gruppetto di strade seguendo un calendario preciso, fino ad abbracciare tutti (a distanza). Perché se a causa dell’emergenza Covid non è possibile per le parrocchie milanesi rispettare la tradizione pre natalizia che consiste nella visita alle famiglie portando la benedizione, l’alternativa virtuale non solo c’è ma consente la condivisione. Ha pensato a questo don Andrea Bellò, parroco quarantasettenne di San Michele Arcangelo e Santa Rita in piazza Gabriele Rosa, ideando le "benedizioni virtuali delle case". Del sacerdote si era già parlato sulle pagine di cronaca nel 2017, perché aveva risposto sui social a un writer che aveva scritto una frase pro aborto sulla facciata della chiesa, e poi perché ha sperimentato il "badge" per entrare in oratorio, con l’obiettivo di tenere lontani gli spacciatori.
Ora, ecco le benedizioni virtuali: le persone possono collegarsi alla CorvettoWebTv, che era stata creata durante il primo lockdown per consentire ai fedeli di assistere alla messa a distanza, e partecipare alla preghiera simultanea. "C’è un’app - spiega il sacerdote - scaricabile sia da Playstore e sia da Appstore che si chiama ItaliaOnlineTv. Una volta installata sul proprio smartphone o tablet dà la possibilità di guardare il nostro canale. Si può anche accedere attraverso il sito della nostra parrocchia, www.psmsr.it e cliccare su Diretta".
Questa sera alle 21.15 sono invitati a partecipare gli abitanti delle vie Barabino, Ravenna e San Dionigi; lunedì prossimo sarà la volta di corso Lodi, via Oglio, via Gamboloita, via Sile e via Polesine. Poi si andrà avanti con le famiglie delle altre vie il 30 novembre, il 7 e il 14 dicembre. La preghiera di quest’anno contiene riferimenti al momento difficile che si sta vivendo: "A Dio chiediamo di donarci la pace del cuore, anche quando tante circostanze ci portano sofferenza e insicurezza, anche quando i rapporti sono complicati, anche quando i nostri cari e i nostri amici sono ammalati". Con la preghiera si vuole portare conforto anche a chi sta affrontando la quarantena e l’isolamento a casa propria. "E’ un momento per unire il quartiere. Un modo per dirci l’un l’altro ‘io ci sono’". Il problema si è posto inizialmente per i tanti anziani del quartiere, non avvezzi alla tecnologia: "Un problema risolto, perché i nipoti hanno scaricato l’app per i nonni, o comunque ci sono persone che li aiutano a collegarsi. Una donna di via San Dionigi ha telefonato l’altro giorno in parrocchia dicendo che lei non ha nulla, né smartphone e né connessione. Io le ho detto che può partecipare comunque: le ho inviato la preghiera e le ho detto di recitarla alle 21.15: saremo collegati spiritualmente".