Dal settore giovanile del Varese alla presidenza dell’Inter. Una carriera costruita gradino per gradino, quella di Giuseppe Marotta detto Beppe, nel solco dell’inscindibile connubio tra amore per il calcio e vocazione dirigenziale. I due capisaldi del Marottismo che lo hanno portato a diventare Cavaliere al Merito della Repubblica, tra le altre cose.
Varesino classe 1957, a metà degli anni Settanta, 19enne appena diplomato al liceo classico, diventa subito responsabile del settore giovanile del Varese, per poi essere promosso a direttore sportivo. Sono anni di grande fermento nel calcio varesino, quelli a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80, con l’arrivo di Eugenio Fascetti in panchina e il ritorno in serie B facendo campionato di vertice, sfiorando anche la promozione nella massima serie. Marotta tira le fila da dietro la scrivania, plasmando quella che ai piedi delle Prealpi viene ancora ricordata come una piccola Olanda.
Nel 1987 il passaggio al Monza, dove tratta la cessione di un giovane Pierluigi Casiraghi alla Jubentus, quindi le esperienza da direttore generale al Como e al Ravenna. In Romagna, nel 1993, riesce a strappare al Torino la comproprietà dell’allora ventenne Christian Vieri. A metà anni Novanta la svolta con l’approdo al Venezia di Maurizio Zamparini, riportato in serie A nella stagione 1997-98 dopo 31 anni. Tra le ‘perle’ di Marotta di quel periodo, il prestito di Alvaro Recoba dall’Inter, fondamentale per mantenere la massima serie.
Massima serie che è ormai ll terreno di Marotta, nei primi anni duemila direttore generale dell’Atalanta prima della lunga esperienza (2002-2010) alla Sampdoria, culminata con l’accesso ai preliminari di Champions League sull’asse Cassno-Pazzni, due pezzi pregiati portati a Bogliasco da Marotta, il primo di rientro dal Real Madrid.
Terminata l’esperienza genovese, dove è stato anche amministratore delegato, ecco il definitivo salto con l’arrivo alla Juventus come direttore generali. Qui arrivano anche i primi successi, scudetti e Coppe Italia, oltre a due finali di Champions League. Marotta è tra i principali artefici della rinascita bianconera post-calciopoli, rinascita sportiva e anche di immagine. Tra le operazioni di mercato degne di nota, la scoperta di Andrea Barzagli e Paul Pogba, le ‘seconde carriere’ di Pirlo e Tevez e, colpo clamoroso, l’ingaggio di Cristiano Ronaldo nel 2018.
2018 che è anche l’anno dell’addio alla Juventus, per seguire le sirene nerazzurre dei rivali interisti. Qui Marotta, a dicembre, assume l'incarico di amministratore delegato per l’area sportiva e getta le fondamenta di un nuovo ciclo. Ciclo culminato con la conquista del ventesimo scudetto, lo scorso maggio, e ora entrato in una nuova fase con l’arrivo di OakTree e la nomina di Beppe Marotta a presidente.