
Lo “Zio“ Claudio Boiocchi e Andrea "Berro" Beretta
Milano, 12 aprile 2025 – “Allora, per quanto riguarda l’omicidio Boiocchi, non c’entra niente Antonio Bellocco e la famiglia Bellocco, siamo stati noi a organizzare tutto. Praticamente quando è uscito Vittorio dalla carcerazione per tentata rapina a Milano...”.

22 novembre 2024, Andrea Beretta, ex capo della Nord interista, si è appena “pentito“: poco meno di tre mesi prima, ha assassinato a coltellate il rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco alias Totò ’u Nanu.
Davanti ai pm della Dda Alessandra Dolci e Paolo Storari, si autoaccusa di aver ordinato l’omicidio dello Zio Boiocchi, che dopo averlo voluto al suo fianco nella riconquista di San Siro ne aveva pesantemente messo in discussione la fedeltà, accusandolo di tenere per sé i guadagni legati al merchandising del tifo organizzato di fede nerazzurra.
I complici
Beretta indica i nomi dei presunti complici, dando la possibilità agli investigatori della Squadra mobile e della Sisco, guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dai funzionari Nicola Lelario e Domenico Balsamo, di trovare i riscontri decisivi per incastrare gli organizzatori del raid killer Marco Ferdico (al vertice della Nord fino alle manette nell’operazione Doppia Curva) e il padre Gianfranco, gli autori materiali Daniel D’Alessandro alias Bellebuono e Andrea Pietro Simoncini, suocero di Ferdico già coinvolto in una faida di ’ndrangheta (al volante del Gilera usato per l’agguato) e l’intestatario fittizio del motorino Cristian Ferrario.
Il blitz
Ieri è scattato il blitz: D’Alessandro è stato catturato a Svetoslav, cittadina bulgara dove si era trasferito da circa un mese, mentre Simoncini è stato bloccato in provincia di Vibo Valentia; agli altri quattro, l’ordinanza della gip Daniela Cardamone è stata notificata nei penitenziari in cui erano già reclusi.
Il racconto
“Era primavera – ricorda Beretta nei verbali –. E mi dice (Mauro Nepi, ex lanciacori della Nord in cella dal 30 settembre 2024, ndr) che c’è questa persona che può risolvermi il problema definitivamente a fronte di un... per organizzare vuole 50mila euro. Gli chiedo: “Chi è questa persona?”. Questa persona era Marco Ferdico”.
La preparazione
Partono in quel momento i preparativi dell’agguato che andrà in scena la sera del 29 ottobre 2022 sotto casa di Boiocchi, in via Fratelli Zanzottera a Figino.
Beretta incontra i Ferdico in una “casa di corte” vicino Agrate: “Mi chiedono tutti i vari... tutte le varie... i vari risvolti commerciali di Curva Nord, le forme di pagamento, le forme di guadagno”.
Insomma, Marco e Gianfranco si preparano già alla successione, anche se in quel momento di Bellocco non c’è traccia: spunterà subito dopo il delitto e si prenderà pian piano il secondo anello verde, tenendo Ferdico come frontman e lasciando a Beretta la gestione del negozio “We are Milano” di Pioltello (salvo poi iniziare a dubitare dei conti com’era capitato a Boiocchi).
È lo stesso Berro a procurare la pistola “7.65 col carrello” (anche se poi verrà usata una Luger 9x19) e il motorino, mentre i Ferdico pensano a noleggiare il Ducato che verrà utilizzato per trasportare il Gilera riverniciato di nero a Figino e a effettuare i sopralluoghi a bordo “dei taxi dei loro amici”. La riunione è in zona Mecenate. Da lì una parte del gruppo si sposta verso il luogo dell’agguato.
Tutti conoscono gli spostamenti di Boiocchi, che alle 19.30 lascia San Siro (da daspato non può assistere a Inter-Sampdoria) e si fa accompagnare a casa da un altro ultrà.
L’agguato
Ad attenderlo dietro l’angolo ci sono Simoncini e D’Alessandro. Durante il tragitto, una caduta imprevista ha invertito i ruoli: il primo resta in sella alla moto accesa, mentre il secondo percorre poche decine di metri e fa fuoco.
Boiocchi gli va incontro urlando “No, no”, ma viene colpito due volte. Nelle settimane successive, Bellebuono si fa tatuare una lacrima sulla guancia. È il segno che ha ammazzato qualcuno. È il segno che ha ammazzato il ras della Nord per aprire la strada al nuovo leader.