Quando Silvio Berlusconi ha completato l’affidamento ai servizi sociali, fuori dall’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone c’era un gruppo di fan. Erano sostenitori che ogni settimana, a ogni appuntamento che doveva dedicare agli anziani dell’istituto, si presentavano col megafono e una maglietta con la scritta: “Sempre nel cuore, uomo di Arcore”. Lui salutava i sostenitori, sorrideva e poi entrava a prestare il servizio imposto dai giudici in seguito alla condanna per il processo Mediaset per frode fiscale, relativa alla compravendita dei diritti televisivi, gonfiati per creare fondi neri per quasi 300 milioni di euro.
È stato l’epilogo di un processo durato un decennio che ha portato all’unica condanna (a 4 anni di carcere, di cui tre condonati per indulto) del Cavaliere. Era il 2013 e il Tribunale di sorveglianza aveva deciso per l’affidamento in prova ai servizi sociali, da scontare all’interno della Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Uno “scherzo“ del destino: a Cesano era residente Massimo Tartaglia, l’uomo che nel 2009 colpì con una statuetta del Duomo Berlusconi (fu poi assolto perché incapace di intendere e volere). A maggio del 2014, davanti a una folla di giornalisti arrivati da tutto il mondo, l’ex premier entrò nell’istituto cesanese che si occupa di anziani, disabili e fragili.
"Ci sapeva fare – raccontò al tempo l’ex direttore generale della Fondazione Sacra Famiglia Paolo Pigni –, si occupava una volta a settimana per 4 ore dell’attività musicale con i malati di Alzheimer, suonava il piano e cantava. Aveva una bella voce. Ha svolto tutto con correttezza e impegno, è stata un’esperienza positiva". Anche per Berlusconi quei giorni erano stati "toccanti. La politica dovrebbe imparare dall’umanità di chi si dedica alla cura di chi soffre – aveva commentato Berlusconi –. Ammiro la generosità di tutti coloro che curano i fragili".
Un percorso durato fino a marzo 2015 e un rapporto tra Berlusconi e Sacra Famiglia solido: la Fondazione ha inviato alla famiglia Berlusconi un telegramma di cordoglio. "Nella tua casa Signore avrò la pace – si legge –. Ci stringiamo attorno alla famiglia ricordando la sua sensibilità nello svolgimento del servizio con gli anziani".