C’è un problema nei pronto soccorso, e stavolta non si tratta di quelli piccoli, pubblici, che non arrivano ai volumi minimi stabiliti ormai nove anni fa dal ministero della Salute, ma di ospedali privati accreditati ben inseriti nella rete dell’emergenza-urgenza tra il Milanese e il Lodigiano, territorio dell’Ats Metropolitana che ha pubblicato una relazione sullle "Azioni per il miglioramento dei pronto soccorso". Come la centrale UniCA del 116117, che ha riunito le postazioni telefoniche sparse per Milano per potenziare gli ambulatori di guardia medica, e si prepara a fare altrettanto con l’hinterland, aprendo la continuità assistenziale "progressivamente in ogni Casa di comunità".
Il documento si concentra sulla prima metà del 2024, e se gli accessi ai pronto soccorso non accennano a diminuire, in particolare quelli di codici minori a rischio d’inappropriatezza, registra un "significativo" miglioramento dei tempi tra il triage e la visita, sottolinea l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. Ma pure un paio di anomalie nei Ps privati accreditati. La prima riguarda la percentuale di pazienti portati dal 118 rispetto a quelli che si autopresentano: "Si mantiene la tendenza" dei privati ad averne molti di più (in media il 30,6% rispetto al 21,8% dei pubblici), e il fenomeno "non è certamente legato a scelte di Areu", ma piuttosto a "un numero di accessi (spontanei, ndr) anormalmente basso" nei Ps privati rispetto ai loro "bacini di popolazione". Ad esempio l’Humanitas di Rozzano tra gennaio e maggio ne ha avuti oltre duemila meno dello stesso periodo del 2023, con "una riduzione del 10% dopo una serie di aumento costante". E un totale inferiore alla sua classificazione (Dea di II livello), cosa che vale anche per MultiMedica e Policlinico San Donato (Dea di I livello). L’Ats rimarca che l’autopresentazione "non dovrebbe essere regolabile da fattori diversi dalla scelta degli assistiti" e annuncia "vigilanza per sanzionare possibili comportamenti opportunistici di alcuni presidi".
L’altra anomalia è la percentuale di pazienti ricoverati dal pronto soccorso sul totale dei ricoveri in regime di servizio sanitario nazionale: negli ospedali pubblici sono il 48,8%, nei privati il 25,9%. Quasi la metà, e "lo scostamento tende ad allargarsi", consolidando "la tendenza del sistema privato accreditato a concentrarsi sulla casistica di elezione nonostante le indicazioni inserite negli obiettivi contrattuali", sottolineano dall’Ats rimarcando la necessità di rivedere l’offerta ospedaliera regionale iniziando dalla riclassificazione" delle strutture. "I privati fanno a tutti gli effetti parte del sistema sanitario regionale e sono chiamati a fare la propria parte anche in quest’ambito – chiosa Bertolaso –. Ci impegneremo per ricordar loro che gli obiettivi coinvolgono tutti gli attori del sistema".