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L’assessore al Welfare Guido Bertolaso nel mirino dell’ala ciellina di FdI
Dopo il primo suicidio assistito in Lombardia, non si placa la tensione tra l’assessore al Welfare Guido Bertolaso e Fratelli d’Italia, che chiede "più rispetto" contestandogli che la Regione stesse "predisponendo protocolli e comitati" per applicare la sentenza della Corte costituzionale (del 2019) a insaputa del partito di maggioranza relativa, mentre l’ala ciellina dello stesso otteneva che il Consiglio regionale votasse la non competenza della Regione (a legiferare) sull’argomento. Bertolaso oggi non sarà in aula per impegni precedenti, ma la questione sarebbe stata riproposta dal capodelegazione dei Fratelli Romano La Russa ieri mattina durante la giunta, che l’assessore-tecnico, a quanto Il Giorno apprende, avrebbe abbandonato in anticipo pronunciando la frase: "Tenetevi le mie dimissioni".
Un’ipotesi immediatamente esclusa dal governatore della Lega Attilio Fontana, che ha blindato (di nuovo) Bertolaso. Interpellato poi dai giornalisti, l’assessore ha ripetuto che è stata applicata "alla lettera una sentenza della Corte costituzionale che ha valore di legge" e "chi ha la responsabilità di organizzare questo genere di procedure ha il dovere di portarle avanti", ha sottolineato ricordando che "un grande dg (del Welfare, ndr), Carlo Lucchina, fu condannato a pagare 200mila euro per non aver dato seguito a una decisione in questo ambito (la sentenza che autorizzava l’interruzione della nutrizione a Eluana Englaro, in stato vegetativo da 17 anni, ndr). Subito dopo ci ha lasciato (è morto a dicembre dopo una breve malattia, ndr), non credo sia accaduto per questo ma non vogliamo mettere nessun funzionario di questa Regione nelle stesse condizioni".
Bertolaso ha anche spiegato che alla famiglia di “Serena”, che ha avuto accesso al suicidio assistito a casa sua a metà gennaio e con l’aiuto di un medico non del servizio pubblico che ha scelto e prescritto il farmaco letale come previsto dalla Consulta, è stata garantita la riservatezza che aveva richiesto. "Ci sono opinioni diverse che si rispettano - ha aggiunto - ma a un certo punto qualcuno deve dare una risposta" alle "richieste legittime di persone che chiedono di porre fine a una vita diventata insostenibile e inaccettabile. Al momento non ne abbiamo altre, ma se ce ne saranno le dobbiamo prendere in considerazione come in questo caso".
Giambattista AnastasioGiulia Bonezzi