
Pasquale La Torre responsabile della Riserva Centrale dell’Area Biblioteche
Milano, 1 maggio 2019 - Salvano i libri da un destino sicuro di macero. E, con la complicità di associazioni, li portano in carceri, scuole, ospedali, persino nelle anagrafi cittadine, ovunque ci sia bisogno di storie per «evadere» con la mente. Merito degli operatori della biblioteca Deposito di via Boifava 17. Il nome, forse, non dirà nulla. Perché nonostante sia aperto da una decina di anni, lo spazio, al primo piano sopra l’anagrafe, è normalmente inaccessibile al pubblico. Tranne a coloro che, previo appuntamento telefonico, si recano in zona Abbiategrasso a donare quei volumi di cui si vogliono disfare: «Il fenomeno negli ultimi anni è in costante crescita, le donazioni avvengono tutti i giorni. Ogni anno ci regalano dai 50mila ai 100mila libri», afferma Pasquale La Torre, responsabile della Riserva Centrale dell’Area Biblioteche.
Chi sono i donatori? «La maggior parte persone sotto i 45 anni che vogliono liberarsi dei libri cartacei per recuperare dello spazio in casa. Non è che abbiano smesso di leggere di punto in bianco: sono passati al supporto digitale. Poi ci sono altri, tendenzialmente sopra i 45, che li ricevono in eredità ma non sanno che farsene». C’è un però: «Il 50% dei libri donati ogni anno è da scartare». Infatti c’è chi ha la pessima idea di regalare testi ammalorati o dall’odore sgradevole: «Non siamo una discarica, i libri devono essere in ottime condizioni. C’è chi ci ha portato i diari scolastici…». Tra le donazioni non gradite figurano anche testi per le scuole, enciclopedie, vecchie guide turistiche. Mentre hanno «fame» di titoli per l’infanzia: «Ne abbiamo pochissimi». Le opere elargite sono passate in rassegna da Nadia Baiguera, una delle due operatrici, che dentro i libri trova un po’ di tutto, «anche lettere d’amore».
In parte queste opere finiranno per rimpolpare la raccolta del sistema bibliotecario o sono destinate alle «biblioteche in attesa» nelle anagrafi. Poi ci sono titoli – al momento 10mila – a disposizione delle 200 associazioni che possono recarsi qui solo il mercoledì mattina: «Ciascuna può prendere al massimo 250 volumi alla volta. Sono legate a scuole, da quelle d’infanzia ai licei, inclusi il Berchet o il Carducci, case circondariali e carceri, come San Vittore, Opera o Bollate, ospedali. L’anno scorso abbiamo regalato circa 25mila volumi», puntualizza La Torre. In via Boifava c’è anche un deposito da 20.470 volumi ammessi al prestito. Sono titoli un po’ particolari, non in alto nella classifica dei prestiti. «Lo spazio delle biblioteche rionali deve essere predisposto nel modo più razionale possibile. La selezione non è mai amplissima per un motivo: gli scaffali fino al soffitto metterebbero in soggezione alcuni utenti. I classici ci sono sempre ma per le altre pubblicazioni si predilige quelle che risalgono agli ultimi cinque anni». I titoli meno mainstream hanno il loro rifugio qua e al deposito della Sormani.