Milano, 2 marzo 2022 - L'Università Bicocca di Milano fa dietrofront e annuncia che è confermato il corso di Paolo Nori sull'autore russo Fedor Dostoevskij. La Bicocca è "un ateneo aperto al dialogo e all'ascolto anche in questo periodo molto difficile che - si legge in una nota dell'università - ci vede sgomenti di fronte all'escalation del conflitto". L'ateneo "conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore. Inoltre, la rettrice dell'Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione". Il corso dello scrittore Paolo Nori - spiega ancora l'ateneo milanese - "si inserisce all'interno dei percorsi Bbetween writing, percorsi rivolti a studenti e alla cittadinanza che mirano a sviluppare competenze trasversali attraverso forme di scrittura".
Il corso di Paolo Nori all'universita' Bicocca di Milano si terra', ma certo qualcosa non torna: "qualcuno li ha sbagliato". E' quanto ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, commentando il post di questa mattina dello scrittore che annunciava che il suo corso su Dostoevskij era stato cancellato dall'ateneo milanese. "La rettrice della Bicocca, che ho sentito al telefono, mi ha detto che le cose non stanno cosi', che non e' stato cancellato nessun corso - ha spiegato il sindaco - ma certamente qualcuno lì ha sbagliato. Ritengo sia un errore cancellare un corso del genere".
"Bene che l'Università Milano- Bicocca abbia rivisto la propria decisione" ha detto il Ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, . "È molto importante che si tengano le lezioni di Paolo Nori, con l'appoggio dell'ateneo. Dostoevskij è patrimonio dal valore inestimabile e la cultura resta libero terreno di scambio e arricchimento". Messa ha inoltre sottolineato che "il ministero dell'Università e della Ricerca promuove il fondamentale ruolo delle università come luogo di confronto e di crescita comune, ancora di più in una situazione così delicata".
La denuncia di Paolo Nori
Proprio ieri sera, lo scrittore, che nel 2021 ha pubblicato il libro 'Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij', aveva denunciato la 'censura' del suo corso in una diretta su Instagram: "Sono arrivato a casa e ho aperto il pc e ho letto una mail che arrivava dalla Bicocca. Diceva 'Caro professore, stamattina il prorettore e la didatticca mi hanno comunicato la decisione presa con la rettrice di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo e' evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto e' un momento di forte tensione'".
Nori quasi in lacrime aveva proseguito: "Il corso sui romanzi dell'autore russo doveva cominciare mercoledi' e prevedeva quattro lezioni. Mi avevano invitato loro. Trovo che che quello che sta succedendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso e' ridicolo. Non solo essere un russo vivente e' una colpa oggi in Italia ma anche essere un russo morto che, quando era vivo, nel 1849, e' stato condannato a morte perche' aveva letto una cosa proibita, lo e'. Che un' Universita' italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij e' una cosa che io non posso credere".
Le reazioni
Immediate le reazioni del mondo politico alla notizia. "Proibire di studiare Dostoevskij contro Putin significa essere folli. In questo tempo bisogna studiare di più non di meno: in università servono maestri, non burocrati incapaci", aveva scritto su Facebook il leader di Italia Viva Matteo Renzi. "Se fosse confermata, la notizia della cancellazione da parte dell'università Bicocca del corso tenuto dal professor Paolo Nori su Dostoevskij, avrebbe dell'assurdo. Si tratterebbe di un insensato tentativo di censura all'interno di una università italiana. Quanto sta avvenendo in Ucraina è ingiustificabile, tragico e terribile, ma non si combatte con la censura della cultura russa e di uno dei più grandi scrittori e pensatori di tutti i tempi come Dostoevskij", avevano commentato le esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura al Senato Danila De Lucia, Michela Montevecchi, Orietta Vanin, Loredana Russo e Mariolina Castellone. Seguite da Elvira Savino, deputata di Forza Italia: "Se c'è un'arma potentissima, ma allo stesso tempo assolutamente pacifica, per difendersi e per contrastare la violenza è proprio la cultura. Impedire ad un docente di insegnare Dostoevskij, e agli studenti di poter apprendere l'insegnamento di uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, è un atto senza senso". "Dostoevskij semplicemente non si blocca", aveva twittato il senatore Pd Andrea Marcucci.
Bufera sui social
La notizia di 'censura' aveva scatenato una sorta di bufera anche sui social. Numerosi su Facebook i messaggi di protesta a commento degli ultimi post sul profilo dell'Università Bicocca. "Mi auguro che gli studenti cambino tutti università! A Milano c'è una nuova forma di dittatura, dalla Scala all'università. Una follia", aveva scritto una donna. "Almeno nei luoghi che dovrebbero fare cultura e formazione che si cerchi di tenere un equilibrio e un senso della realtà e della giustizia!!", le aveva fatto eco una studentessa. "Ma vi rendete conto o no della pericolosità nel cancellare (posticipare) lezioni su Dostoevskij? Non ritenete i vostri studenti capaci di distinguere tra cose che non sono minimamente paragonabili tra loro?", aveva chiesto un altro utente. E ancora: "Mi domando se l'Università Milano Bicocca abbia chiaro quale sia il compito culturale che le compete: il gesto di censura è di una gravità assoluta, ha delle implicazioni di follia politica totale. Cosa facciamo, cancelliamo la cultura russa dalla storia europea?". "Roba da Russia di Putin", aveva aggiunto lapidario un altro commentatore.