SIMONA BALLATORE
Cronaca

L’Università Bicocca festeggia i primi 25 anni. Adesso undici nuovi corsi di laurea e residenze per studenti

La rettrice Iannantuoni anticipa il futuro dell’ateneo nato in periferia: “La scommessa è stata vinta. La nostra è una grande storia di successo, non solo milanese”

La rettrice Giovanna Iannantuoni

La rettrice Giovanna Iannantuoni

Milano – Undici nuovi corsi di laurea e un impegno: progettare nuove residenze per gli studenti entro il 2025. Oggi l’università di Milano-Bicocca festeggia i suoi primi 25 anni con i Coma_cose e il team di ballerini della B-Students Academy, capitanato da Alessandra Chillemi, tre volte campionessa italiana di breaking e studentessa dell’ateneo. Poi brindisi e taglio della torta. Domani l’invitato speciale sarà Raphael Gualazzi e gli eventi proseguiranno per tutta la settimana. "Credo che Milano-Bicocca rappresenti una grande storia di successo, non solo milanese. Un caso positivo da portare a mente", sottolinea la rettrice Giovanna Iannantuoni, alla vigilia del compleanno.

Rettrice, 25 anni fa nasceva un nuovo ateneo milanese pubblico in quella che era considerata una periferia milanese poco collegata, non c’era il metrò. Scommessa vinta?

“Quest’area, che era già stata al centro di cambiamenti, è stata protagonista di un’ulteriore grande trasformazione: da manifatturiera a universitaria. Oggi abbiamo 37mila studenti, è cresciuto del 20% il numero di docenti e ricercatori, che attiriamo anche dall’estero: sono 1.180 in tutto. E abbiamo investito tantissimo sui giovani ricercatori: l’età media, se la rapportiamo al panorama nazionale e internazionale, è bassissima. È con loro che guardiamo ai prossimi 25 anni, partendo proprio da qui: dalla qualità della ricerca, che si trasforma in eccellenza della didattica e in ricerca di frontiera”.

Come si apre il prossimo quarto di secolo?

“Con undici corsi di laurea nuovi, molto tematici. Uniamo le nostre competenze. E quindi abbiamo intelligenza artificiale con fisici e psicologi, lingua dei segni, un corso triennale trasversale in sostenibilità, a cui tengo molto, che è stato anticipato anche da un progetto didattico - Bbetween Sustainability – attraverso il quale abbiamo inserito moduli dedicati alla sostenibilità in ogni corso di laurea, perché è un tema che coinvolge tutti e serviranno visione e strategia. Ha avuto grande successo tra docenti e studenti”.

Anche nelle ultime battaglie hanno rivendicato un corso sulla crisi climatica, “modello Barcellona”, in tutte le università.

"E noi siamo stati pionieri in questo. Farlo per primi significa ‘inventarsi’ insieme un metodo, che sia scientifico, e che coinvolga la comunità degli studenti. È il tema: avrà impatto sulle vite di tutti, c’è necessità di declinarlo in tutti gli ambiti professionali e quindi – oltre a un corso dedicato – lo inseriamo in tutti i corsi di laurea".

Altre sfide?

"Continuare a puntare sulla ricerca sarà determinante: anche quest’anno abbiamo otto dipartimenti di eccellenza e - considerando che in tutto ne abbiamo 14 - direi che è un ottimo riconoscimento, non semplice da ottenere. Quattro afferiscono alle scienze “dure”, quattro alle aree più umanistiche e sociali. Questo ci permette di avere una logica ad ampio spettro. Scienza, cultura e libertà sono i nostri pilastri. Bisogna poi continuare a rafforzare il legame tra servizio sanitario nazionale e ricerca, con percorsi formativi di eccellenza, portando anche negli ospedali più remoti cure di qualità, che si fondano sul concetto di telemedicina, medicina personalizzata. I prossimi 25 anni ci vedranno impegnati su questo, come sulle sfide dei cambiamenti climatici e su nuove forme educative".

Si cresce, c’è sempre fame di spazi.

"E non ci siamo fatti mancare nulla purtroppo in questi anni: pandemie, conflitti, carenze di materie prime. Ogni progetto che avevamo in cantiere lo abbiamo dovuto rimettere a terra, ma non ci siamo mai fermati: oltre all’U10, abbiamo in programma il rifacimento delle facciate di tutti gli edifici e presenteremo a brevissimo un piano dei cantieri con nuovi obiettivi per il campus universitario. Bicocca è diventata un laboratorio per il quartiere e la città. Non solo trasformando piazze. Stiamo studiando isole di calore e microclima, lavoriamo su sicurezza e devianze con la Prefettura. L’università deve vivere in osmosi col territorio cittadino, mettendo in gioco le competenze di ognuno".

Altro tema caldissimo: il caro-affitti per gli studenti. Che fare?

"Stiamo continuando a partecipare agli incontri per affrontarlo in sinergia con le altre università e le istituzioni. Noi continuiamo a fare la nostra parte: in questo anno accademico abbiamo aperto la residenza in Comasina, che ci ha permesso di superare i seicento posti letto. Ma conto di riuscire a realizzare almeno altre due residenze entro la fine del mio mandato".