Milano, 7 giugno 2019 - Sfida all’ultimo voto per il rettorato della Bicocca: dopo tre fumate nere si va al ballottaggio l’11 giugno. La resa dei conti. Gli sfidanti sono loro: Giovanna Iannantuoni, che è stata in vetta in tutte e tre le votazioni, e Paolo Cherubini che ha recuperato via via terreno. Ieri ha votato il 74,6% degli aventi diritto, ovvero 1.270 persone fra docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti: nessuno dei candidati ha però raggiunto il quorum necessario nonostante le “alleanze” e gli endorsement.
Con lo psicologo Cherubini, 51 anni, padre di tre figli, prorettore alla didattica e prorettore vicario, si era schierata la prorettrice Loredana Garlati. Ieri ha totalizzato 388,45. «È una sfida al cardiopalma - commenta Cherubini -, sul filo di lana. Sono riuscito a salire di 82-83 preferenze, la sfida è aperta. C’è stato un grosso segnale del personale tecnico e amministrativo. Il personale docente sembra associarsi al cambiamento, che è però presente in tutti i programmi». Prima cosa che farebbe nel caso riuscisse nel sorpasso e venisse eletto rettore l’11 giugno? «Riappacificare il clima generale che appare spezzato e sta degenerando verso il tifo da stadio». «Questa volta non ce l’ho fatta a per uno 0,25 - sottolinea Giovanna Iannantuoni, 49 anni, economista e mamma, alla guida della scuola di dottorato della Bicocca.
Per lei 424,90 punti. «C’è stata una polarizzazione evidente - commenta a caldo, mentre stanno riconteggiando le schede -, i docenti preferiscono una proposta innovativa, il personale tecnico è più favorevole alla conservazione». Sulle “alleanze” sottolinea che «i due programmi alternativi (Carlo Gambacorti Passerini e Leonida Miglio, ndr) - sono confluiti sul mio nome. Ma è stato un endorsement, senza parlare di posizioni nella futura governance, esclusivamente sull’idea di novità del programma». Iannantuoni è esperta dei giochi, ma una sfida così sul fotofinish - per un pugno di voti, anzi meno - forse non l’avrebbe immaginata mai: «Sono pronta ad affrontare con coraggio e serenità il quarto turno». Quello decisivo. Prima cosa che farebbe da rettrice? «Investire nella ricerca e nell’internazionalizzazione, garantendo ai docenti più possibilità di accesso ai programmi di ricerca internazionali. E poi dobbiamo ricostruire un nuovo patto di collaborazione col personale tecnico e amministrativo, basato sul rispetto reciproco». Prossimo round martedì, col nome dell’erede di Cristina Messa.