MILANO - "Non toccateci la nostra bidella". un gruppetto di studenti è nel parchetto davanti al liceo artistico Boccioni. Hanno saputo del pendolarismo Napoli-Milano di Giuseppina Giugliano solo dalle cronache, seguite dagli attacchi di quanti le contestano troppe assenze. E loro non ci stanno: "Lei a scuola c'è eccome - racconta Marta Cupaioli, quinta I -. È la più dolce, sempre sorridente. Ha provato a offrirmi un cappuccino, non sapevo dei suoi viaggi per venire a scuola da Napoli. La prossima volta le chiedo una sfogliatella". Sorride. "È proprio una tosta - continua Federica, terza E, rappresentante di classe -. Assenze? Qualcuna può essere capitata, ma non più di altri. E non sapevamo che vita facesse per venire qui. Sappiamo che è un mestiere poco retribuito, fa tanti sacrifici e a Milano servono 13 anni di stipendio per prendersi una casa... Ma lei resiste. Credo che la scuola dovrebbe aiutarla a trovare una soluzione. Noi la vogliamo qui e la aspettiamo".
I colleghi: "Non è vero che non viene mai"
All'uscita dal Boccioni tanti prof e collaboratori scolastici tirano dritto. Non vogliono parlare, è stato chiesto loro di evitare. Qualcuno si arrabbia pure, altri si fermano all'angolo. "Che Giusi non venisse mai non corrisponde al vero - spiega un docente - per ragioni personali poteva usufruire di permessi, ma assenze non sopra la norma. Resta il tema, grosso, del carovita a Milano. Abbiamo tantissimi docenti e collaboratori scolastici qui che arrivano da Sud". C'è chi ha anche cercato di trovare una sistemazione a Giuseppina. "Esce dal liceo, corre all'Esselunga e prende il treno dove mangia e dorme. Il suo abbonamento l'ho visto pure io, con i miei occhi - sottolinea un'altra prof -. Anche a me sembrava folle, ma è così. E non è vero che non viene mai, ha avuto dei permessi per problemi familiari ma non è un'assenteista. Dopo tutto questo clamore... è spaventatissima".
Il precedente, prof di musica pendolare Firenze-Milano
"Anche al liceo Tenca abbiamo un docente di flauto che per tre anno ha fatto il pendolare, ma da Firenze - racconta Mauro Zeni, presidente dell'associazione nazionale presidi -. Al mattino accompagnava i figli a scuola e alle 10 si metteva in viaggio col Frecciarossa per fare lezione nel pomeriggio. Gli conveniva più l'abbonamento che prendere casa qui. Poi si è avvicinato a casa. Ci è dispiaciuto perché era molto bravo". Resta il tema degli stipendi. "Che è lo stesso di chi vive qui - continua Zeni -. C'è poi un problema strutturale: chiedere il trasferimento può essere più legittimo, ma resta il problema di scuole che si trovano, all'improvviso, senza personale, con un carico spropositato di lavoro e sempre più incombenze. Il nodo del reclutamento va affrontato, come quello di mobilità e salari".