Centinaia di ragazzi in bicicletta – molti dei quali minorenni – hanno invase le strade di Milano domenica 18 settembre e bloccato alcune arterie principali della città, tra cui corso Buenos Aires. In selle alle bmx hanno percorso mezza città facendo impennate, trick e acrobazie nel traffico meneghino. Il raduno bike life, chiamato Milan Rideout, era organizzato da diversi collettivi e brand, tra cui Collectivebikes e 24/7fastlife.
Chi pratica questa disciplina ha spesso tra 12 e 18 anni e, alla maggiore età, non pochi passano ai motori. La pericolosità delle manovre che i bike riders mettono in atto in mezzo alle auto ha suscitato spesso proteste e allarme, in qualche caso ha provocato incidenti. Questo fenomeno, in una città dove molti ciclisti sono morti negli ultimi mesi, è visto con crescente preoccupazione.
Cos’è la bike life
Il fenomeno della “bike life” è nato a Baltimora all’inizio degli anni Dieci del Duemila e, attraverso i social media si è diffuso in tutto il mondo. Chi segue la disciplina ha una parola d’ordine: impennare. Non bisogna scendere dal mezzo e rimanere rigorosamente su una sola ruota. Tra i ragazzi è vissuto come qualcosa a metà tra lo sport e la performance. Come altre discipline nate sulla strada – come la breakdance o il parkour – intorno alla bike life si sono sviluppate nel tempo culture e scuole.

Tra chi pratica bike life ci sono delle crew – una delle più conosciute è “oneway” – ovvero dei gruppi stretti con dinamiche simili alle bande (ma con un accezione positiva). In un manifesto collettivo hanno scritto che “la bikelife per noi è uno stile di vita, il nostro modo di vivere, non è solo amicizia, è condivisione, rispetto, aiutarsi l'un l'altro e per quanto possiate giudicarci, chiamarci pazzi o criminali, facciamo solo quello che ci piace. Potete provare a toglierci tutto, ma questo non ce lo toglierete mai, questo è il nostro vivere, la nostra felicità”.
Ma è legale?
Al di là dei rischi che esistono nell’impennare con una bicicletta in mezzo al traffico, la legge italiana è piuttosto chiara: impennare è vietato. Il Codice della strada prescrive chiaramente il modo in cui un ciclista deve mantenere il totale uso delle mani e delle braccia, reggere il manubrio della bicicletta con almeno una mano, essere in grado in ogni momento di vedere liberamente ciò che si ha davanti e ai propri lati.
Soprattutto, la legge prevede che si debbano poter compiere con la massima libertà, prontezza e facilità tutte le manovre che dovessero essere necessarie anche per evitare incidenti. In conclusione quindi impennare la bici è vietato perché si tratta di una condotta pericolosa per sé e per gli altri utenti che circolano in strada.