Milano, 20 luglio 2024 – Chi la prende con ironia si improvvisa umorista e scrive “un’ode al frigorifero (spento)“ sui social, "luogo che dà sollievo alle tue frustrazioni ma che stavolta ha bisogno di te per difendersi dal panico del blackout". La maggior parte riversa però sullo schermo la propria rabbia (corrente permettendo): "Proviamo a non pagare le bollette". "Milano è tornata nel 1882". "Oggi siamo al terzo blackout. Impossibile lavorare". È il tenore dei commenti dell’ultima settimana.
Con gli animi infiammati soprattutto giovedì 11 luglio e poi giovedì 18, due giorni fa, quando è rimasto al buio Palazzo di Giustizia (per due volte, dopo le 14.30 e attorno alle 18, fino a sera inoltrata) insieme alle strade attorno, compresa via Francesco Sforza: "Alle 22, la strada era ancora completamente senza luci. Un pericolo percorrerla in bicicletta", la segnalazione di un lettore.
Un problema che si ripresenta, puntuale, ogni anno, con l’arrivo del caldo: guasti sulla rete dovuti al sovraccarico del sistema per l’uso massiccio dei condizionatori. E negli ultimi 7 giorni, con giornate roventi e picchi di 34 gradi, le segnalazioni sono arrivate da più quartieri: Affori, Bande Nere, quartiere Adriano, la zona Crocetta e di Porta Vittoria, ma anche quella del Ticinese e di via Paolo Sarpi. E poi via Verro, via Moscova, piazza Piola, via Novara. Solo alcuni esempi che toccano tutta la città a macchia di leopardo.
Il centralino bollente di Unareti
Ma «la gran parte delle interruzioni del servizio – fa sapere Unareti, l’azienda che gestisce la distribuzione di energia elettrica e gas in città – vengono risolte in breve tempo e comunque, escluse specifiche situazioni come quella che ha colpito il Tribunale e le vie limitrofe, mediamente entro 90 minuti grazie al sistema di telecontrollo e alle squadre operative sul territorio". Tradotto: i disagi generalmente durano un’ora, un ora e mezza al massimo. E siamo arrivati al picco di carico: "Giovedì 18 luglio – prosegue – è stato registrato un nuovo picco di carico sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica. In questi giorni i consumi complessivi sono stati costantemente superiori al 30% rispetto all’inizio della scorsa settimana". Il massimo carico registrato a partire dal 2023 sulla rete. Per le "situazioni specifiche" come quella di Palazzo di Giustizia, i tempi si allungano perché per riportare la situazione alla normalità occorre scavare dopo aver individuato il punto del guasto, poi portare alla luce il cavo e ripararlo. Un lavoro che può durare anche 8 ore. E a complicare il tutto è anche il fatto i tecnici si trovano ad agire in strada. La settimana scorsa, ad esempio, in via Bramante, aggiunge Unareti, uno dei cavi su cui intervenire si trovava al di sotto dei binari del tram. Ieri, assicura l’azienda, Palazzo di Giustizia era di nuovo illuminato, così come le strade attorno. Ancora, "nella zona di via Novara e di piazzale Lotto (segnalazione di giov edì sera) il disservizio è durato un’ora". E ieri pomeriggio, in città non risultava alcuna interruzione.
“L’affidabilità della rete è buona”
«Queste situazioni – commenta il professor Alessandro Bosisio, ricercatore dell’Università di Pavia (e precedentemente al Politecnico di Milano) nell’ambito dei sistemi elettrici per l’energia – si ripetono con l’arrivo del caldo intenso. Una problematica comune a tante città, penso ai blackout che di recente hanno interessato ad esempio Roma e Jesolo, e mi sento di dire che sul territorio milanese la situazione non è così drammatica come spesso viene presentata. Certo, mi metto anche nei panni del personale del bar in cui sono entrato alle 7 di stamattina, senza corrente, impossibilitato a servire colazioni. E dei tanti cittadini che vivono il disservizio: non è piacevole per nessuno restare al buio. Però, se si analizzano i numeri, ci si rende conto che l’affidabilità della rete milanese è molto buona". Una boccata d’ossigeno forse arriverà con i temporali: allerta meteo fino alle 6 di questa mattina.