
di Marianna Vazzana
Perquisite ieri mattina dalla polizia le abitazioni di quattro anarchici nei quartieri di Corvetto e Ticinese. Alla fine, uno degli antagonisti è stato indagato in stato di libertà per il reato di danneggiamento aggravato. Tra quelle mura, gli agenti sono arrivati indagando sui raid che hanno colpito quattro sedi di Poste Italiane lo scorso 8 gennaio: quel giorno, ignoti avevano messo fuori uso le casse bancomat utilizzando un liquido sigillante nelle filiali di Dergano, Baracca, Ortica e Dateo.
Azioni che sono state poi rivendicate il 15 gennaio sul sito d’area roundrobin.info come atti di solidarietà ai condannati nel processo scaturito dall’operazione "Scripta Manent", coordinata dalla Procura di Torino, che ha portato, spiega la Questura in una nota, a 14 sentenze di colpevolezza a carico di esponenti anarco-insurrezionalisti, per i quali, anche nel giudizio di secondo grado, è stata riconosciuta l’appartenenza all’associazione con finalità di terrorismo denominata FaiFri.
Sul sito degli anarchici il messaggio si conclude con "fuoco alle galere, vendetta per i morti di Modena". Le indagini della Digos hanno portato alla perquisizione di quattro alloggi, notizia comunicata ieri mattina sulla pagina Facebook Galipettes Occupato (i cui rappresentanti avevano invaso nei mesi scorsi prima l’ex asilo di via Verro, in zona sud, e poi la palazzina di viale dei Mille 40, vicino piazzale Dateo): "Questa mattina la Digos di Milano ha disturbato la pacata tranquillità di una manciata di compagni bussando con insistenza alle loro porte", l’annuncio sui social. Secondo quanto risulta, la Digos, avendo avuto notizia del possesso di materiali esplodenti da parte di militanti anarco-insurrezionalisti, ha eseguito infatti nei quartieri Ticinese e Corvetto alcune perquisizioni domiciliari ai sensi dell’articolo 41 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza a carico di quattro esponenti.
In uno degli appartamenti c’era una busta di plastica con dentro una felpa, dei pantaloni, una tuta e un paio di guanti che gli investigatori hanno ricollegato all’indagine sui raid alle Poste. Il materiale è stato sequestrato e la persona perquisita è stata indagata in stato di libertà per il reato di danneggiamento aggravato.