di Andrea Gianni
Il blitz era stato organizzato per "attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sulle tematiche ambientali". Otto chili di farina cosparsi sulla Bmw M1 dipinta personalmente da Andy Warhol e valutata 10 milioni di dollari, creando il caos alla mostra dedicata all’artista statunitense alla Fabbrica del Vapore. Per questo episodio, avvenuto nel novembre 2022, rischiano il processo gli eco-attivisti di Ultima generazione indagati per imbrattamento di beni culturali o paesaggistici. Il pm di Milano Isabella Samek Lodovici, infatti, ha chiuso le indagini a carico di 11 giovani con al centro il raid alla Fabbrica del Vapore e un’altra azione all’Arco della Pace, imbrattato con vernice arancione contro la vendita di armi.
Alcuni giovani (sono tutti difesi dall’avvocato Gilberto Pagani), identificati anche grazie ai video acquisiti dalla Digos, sono indagati per entrambi gli episodi. Altri rispondono solo per uno dei due raid. "Con il lancio di farina non è stato provocato alcun danno – spiega l’avvocato Pagani – come abbiamo sempre sostenuto anche in casi analoghi". Alcuni degli attivisti milanesi sono già coinvolti in indagini o processi con al centro le numerose azioni organizzate per chiedere un cambio di passo sull’emergenza climatica.
L’azione degli attivisti di Ultima Generazione era iniziata la mattina del 18 novembre 2022. Dopo il lancio della farina, due degli esponenti del gruppo si sono incollati ai finestrini della Bmw dipinta dall’artista statunitense nel 1979, fino all’intervento delle forze dell’ordine. Lo scorso 15 novembre, invece, era stato preso di mira l’Arco della Pace. Solo nel 2023 si è contatto un blitz al mese. Sono state 12, l’anno scorso, le azioni, tra imbrattamenti di monumenti e blocchi del traffico, degli ecomilitanti di Ultima Generazione, che hanno deciso di alzare il livello dello scontro a Milano contro Governo e Comune per rivendicare la loro battaglia a favore dell’ambiente.
La loro prima azione del 2023 è stata l’imbrattamento del basamento del Dito Medio “L.O.V.E.“ di Maurizio Cattelan in Piazza Affari. E proprio contro quel blitz il Comune ha dato un primo segnale politico, costituendosi parte civile nel procedimento penale contro gli ecologisti di Ultima Generazione. L’artista, invece, si è schierato dalla loro parte. Cattelan, prima dell’apertura del processo, aveva infatti inviato una lettera all’avvocato Pagani confermando il suo “perdono“: "La condotta dei suoi assistiti non risulta avere rovinato o deturpato l’opera. Il successivo intervento di ripristino l’ha infatti restituita al suo stato ed al suo aspetto originario". Parole che consolidano la prima reazione dell’artista che, subito dopo l’attacco, aveva commentato: "Il giallo è un colore che ho sempre amato".