
Giuseppe Gamba
Milano – Un mondo fatto di corse assordanti, spirito libero e cultura del rispetto. "Ma non fuori dalla legge. Non siamo mai andati in giro a fare cose da cattivi, a sfidare le forze dell’ordine, a malmenare con catene gruppi concorrenti…" assicura Giuseppe Gamba, 67enne presidente dei Blues Bikers, il primo club di harleysti del capoluogo lombardo inaugurato nel 1983 (dodici anni prima della fondazione degli Hell’s Angels Milano).

Sabato 15 luglio i Blues, nel pub che ha il loro stesso nome in via Brioschi e diretto da Gamba fino al 2017, festeggeranno 40 anni di avventure all’insegna delle "mistica della motocicletta". Col presidente – approccio garbato e immagine per nulla trasandata – tutta la "confraternita" che adora il marchio di Milwaukee, a partire dalla moglie Nadia, 56 anni, unica donna del club. E tutti gli altri membri: Paolo, attuale titolare del locale, e il suo dipendente Fausto, cinquantenni; il cuoco Max, 40 anni circa, come il grafico Domenico, il tranviere Diomede, il meccanico Stefano. Blues è pure Davide Morini, 45 anni, che è stato gloria della kickboxing. L’ultima leva si chiama Valerio, infermiere, 24 anni, una mosca bianca fra le giovani generazioni che preferiscono i monopattini elettrici ai rombanti cavalli d’acciaio.
In 40 anni di storia i Blues milanesi sono stati una trentina, si arriva a un centinaio solo aggiungendo i membri tedeschi (tra cui dieci donne). "In un motor club non si entra pagando una quota... Ci si deve frequentare per due anni. Solo se c’è comunità di valori e l’impegno a vedersi regolarmente si diventa uno di noi" dettaglia Gamba.
Ma come è nato il club? "Tutto è iniziato con un viaggio in Corsica nel 1982. Io guidavo una moto Bmw… Ho conosciuto due tedeschi che giravano l’isola con tenda e sacco a pelo, a bordo delle Harley Davidson. Ho capito che era il genere di vita che volevo seguire" aggiunge. La prima cosa che ha fatto Gamba, tornato a Milano, è stata comprare una custom usata. Il Blues Bikers club è nato nel 1983. Mentre due anni dopo è stato inaugurato il locale di via Brioschi.
"Gli amici tedeschi ci avevano invitato vicino a Stoccarda mostrandoci come avevano trasformato una vecchia cascina in una club house. Ho pensato che anche noi avessimo bisogno di un punto di ritrovo. Così è nata l’idea di aprire il primo motorcycle pub in Italia. Mi sono licenziato come modellista meccanico dopo 15 anni di lavoro e, con altri tre soci, impegnammo tutti i nostri risparmi per rilevare il vecchio Doors Pub. Facemmo anche cambiali per tre anni. Per fortuna gli affari, complice anche l’apertura della concessionaria “Numero Uno“ di Carlo Talamo, ingranarono subito…".
Negli anni il "clan" motociclistico ha partecipato a una miriade di viaggi in giro il mondo, col presidente in prima fila in sella alla sua Softail Springer del 1989. "In qualunque Paese troviamo biker che ci invitano a una festa o ci ospitano a casa loro... Chi vive per le due ruote conosce bene lo spirito di condivisione".