IVAN ALBARELLI
Cronaca

Bollate, la madre di Omar Bassi non si dà pace: “Voglio giustizia per mio figlio”

Il ragazzo morto lo scorso 5 agosto in Calabria dopo essere stato vittima di un pestaggio in discoteca a Origgio: la Procura attende l’esito dell’autopsia, intanto la famiglia chiede risposte: “Ci sono dei responsabili per questa tragedia”

I funerali di Omar Bassi a Bollate lunedì 12 agosto

I funerali di Omar Bassi a Bollate lunedì 12 agosto

Bollate (Milano), 14 agosto – Torna con forza a chiedere giustizia per il cugino, Michelle Sala. Lo fa, come d’abitudine in questi giorni, attraverso un lungo post su Facebook in cui sfoga ancora una volta la sua rabbia per la morte di Omar Bassi, invitando quelli che la famiglia del ventitreenne, morto il 5 agosto scorso in Calabria per emorragia cerebrale, ritiene essere i responsabili del malore che non ha lasciato scampo al ragazzo di Bollate ad avere il coraggio di ammettere le proprie colpe. “Se mi metto nei vostri panni – scrive Michelle Sala – penserei “c…. ho ucciso un ragazzo. Ho spezzato la sua vita”. E mi consegnerei probabilmente in lacrime. Voi invece siete dei conigli”. Omar Bassi perde la vita la mattina del 5 agosto mentre si sta facendo la doccia in bagno. Si trova in vacanza al Sud coi genitori. Quindici giorni prima, come denunciato dalla famiglia, è vittima di un pestaggio all’interno della discoteca Dolce Beach di Origgio, nel Varesotto, per festeggiare il compleanno di un parente. Cinque buttafuori lo avrebbero preso a pugni dopo che il ragazzo interviene per difendere il fratello Thomas finito nel mirino dei bodyguard. A fare da detonatore al parapiglia che si scatena quella notte nel locale, una rissa scoppiata in un tavolo vicino.

L’indagine 

L’inchiesta, dopo essere passata per competenza dalla Procura di Reggio Calabria (il decesso del ragazzo avviene agli Ospedali Riuniti del capoluogo) a quella di Busto Arsizio, si trova ora in un momento di “pausa forzata” sia per la settimana di Ferragosto sia soprattutto per l’attesa legata all’esito dell’autopsia. “Al momento non possiamo che attendere l’esame autoptico – spiega l’avvocato della famiglia del ragazzo, Giuseppe Capobianco – di cui verremo a conoscenza, credo, fra una trentina di giorni”. Per il momento dunque c’è un’inchiesta contro ignoti, quindi per il momento senza indagati, e l’ipotesi di reato è quella di omicidio preteritenzionale. C’è tuttavia una famiglia, e una madre in particolare, che si trova nel mezzo di un incubo e che chiede a gran voce che sia fatta giustizia. “È quel che anche stamattina mi ha ribadito la mamma di Omar – continua il legale –. Vuole sapere come e perché, per colpa di chi, è morto suo figlio. Chiede giustizia...”. Quella che per il momento è un’ipotesi che attende dei riscontri oggettivi, e cioè che le fitte lancinanti alla testa che il ragazzo accusa nei giorni successivi a a quella tragica sera in discoteca e poi la mattina del 5 agosto siano la conseguenza del pestaggio da parte dei buttafuori, è per la famiglia un tarlo che non vuole andarsene dalla testa.

I parenti e amici di Omar Bassi chiedono giustizia: lo striscione esposto al funerale 23enne bollatese
I parenti e amici di Omar Bassi chiedono giustizia: lo striscione esposto al funerale 23enne bollatese

La disperazione della madre

“La mamma mi ha raccontato – aggiunge ancora Capobianco – che Omar ha sempre goduto di ottima salute, non aveva mai sofferto di problemi di tipo neurologico”. Da esaminare anche il ruolo avuto dai medici dell’ospedale di Garbagnate dove Omar viene portato il 22 luglio quando accusa nausea e mal di testa. Viene sottoposto a una Tac, che però non evidenzia problematiche tali da richiedere ulteriori approfondimenti.  C’è dunque un nesso di causalità che leghi questi tre distinti episodi, la rissa in discoteca, il passaggio in pronto soccorso e la morte del ragazzo? Una parziale prima risposta arriverà con l’autopsia. Fino a quel momento si possono fare solo delle supposizioni. “Ho perso fiducia nel mondo – scrive ancora su Facebook la cugina Michelle –. Amore mio (Omar, ndr) manda tutta la forza che puoi alla tua mamma, e anche alla mia. Ne hanno bisogno”.