Milano – È stato il primo centro commerciale ad aprire in città nel 1988, durante gli anni gloriosi della Milano da bere, praticamente un’era geologica fa (leggenda vuole che all’inaugurazione sia apparso a un certo punto anche Bettino Craxi). Eppure Bonola, dopo 36 anni di storia, non è passato di moda: a dispetto dello tsunami provocato dall’avanzata delle vendite online e, più di recente, dall’inflazione galoppante e dai conseguenti consumi frugali, registra una media di “circa 6 milioni di presenze all’anno”. Anche il giorno dopo Ferragosto macina numeri impressionanti: a mezzogiorno il conta-persone segna, dopo quattro ore di apertura, “circa 5mila passaggi” spiega – con una certa soddisfazione – Massimiliano Di Miceli, direttore dello shopping mall in zona Gallaratese.
“I centri commerciali – riflette - non sono tutti dei non-luoghi. Certo, ci sono quelle strutture megagalattiche che atterranno nei quartieri come degli ufo, a Milano e dintorni gli esempi non mancano. Ma non bisogna generalizzare: alcuni sono luoghi di vita, si integrano perfettamente col territorio che c’è attorno, offrendo servizi e, soprattutto, un punto di ritrovo per fare due chiacchere, passare il tempo, incontrare gli amici. Bonola è la piazza coperta di un’area ad alta densità abitativa che conta circa 90mila residenti. La nostra fortuna è poter contare su una clientela molto fidelizzata: c’è gente che fra queste pareti è praticamente cresciuta”. L’impressione camminando nella galleria commerciale da oltre 12mila metri quadri è che il 16 agosto tutti gli anziani delle vicinanze che non sono partiti si siano dati appuntamento qui.
Come Giusy, 64 anni, che parla fitto fitto con una sua amica: “Molti hanno scelto di andare al mare a giugno o luglio come ha fatto la sottoscritta per risparmiare un po’. Conosco persone che quest’anno però le vacanze le vedono col binocolo perché l’inflazione si è mangiata tutti i risparmi. Perché veniamo a Bonola? Perché è vicino a casa, c’è l’aria condizionata e non ci si sente mai soli”.
Altri ci vengono per usufruire dei servizi: il centro commerciale è l’unico in città ad avere all’interno un ufficio postale, la filiale di una banca e una grande farmacia. Ci sono anche il supermercato di Coop Lombardia (peraltro è stato il primo IperCoop d’Italia ad aprire, rimasto chiuso solo il 15 agosto “per garantire ai dipendenti il diritto al riposo” fa sapere la cooperativa di consumo), 62 negozi di merceologia varia, e 16 pubblici esercizi per mangiare (o bere) qualcosa fuori casa.
A soffrire un po’ di più sono i negozi di abbigliamento che in queste settimane non possono contare sul forte passaggio dei numerosi impiegati negli uffici intorno. “In questo periodo vediamo molte persone che si limitano a guardare le vetrine, ma non entrano ad acquistare. Il punto è che sfoggiare una camicia, col pantalone giusto e la cravatta, è qualcosa di importante se vai in ufficio. Se hai raggiunto la pensione non è così essenziale” dice Graziano Paroncilli, titolare dello store di abbigliamento omonimo che, clienti o meno, è comunque sempre aperto questo mese, tranne il 15, “per offrire un servizio puntuale alla clientela”.