Milano, 14 novembre 2024 – Quelle cassette di sicurezza per le chiavi, da tempo prese di mira in quanto simbolo degli affitti brevi, verranno messe al bando, almeno da spazi pubblici come cancelli, dehors, strade o parcheggi. Il Comune, attraverso il nuovo regolamento della polizia locale che entrerebbe in vigore nel 2025 dopo il passaggio in Consiglio comunale, punta a una stretta sui lock box, utilizzati da chi affitta appartamenti attraverso Airbnb o altre piattaforme, entrati ormai nel panorama urbano. E i movimenti milanesi per il diritto alla casa, che sulle cassette di sicurezza hanno incollato nei giorni scorsi i loro adesivi, stanno organizzando altre mobilitazioni contro chi “sottrae abitazioni a cittadini e lavoratori”, macinando profitti in una città colpita dall’emergenza casa.
Il caro affitti in Lombardia
Secondo i dati della Uil Milano e Lombardia, gli affitti assorbono il 60-70% dello stipendio di lavoratori che guadagnano 1.300-1.500 euro mensili. Gli sfratti per morosità sono aumentati del 13% in Lombardia, a fronte di circa 20mila alloggi popolari di proprietà Aler o Mm attualmente sfitti. E le case che a Milano sono messe sul mercato con la formula dell’affitto breve su Airbnb o Booking sono 18.250, secondo l’ultima rilevazione realizzate da Aigab, l’associazione dei gestori: il 2% del patrimonio immobiliare di Milano, che si concentra per il 25% in cinque quartieri della città, zone centrali e turistiche. La posizione dei gestori, quindi, è che “gli affitti brevi non tolgono case alle famiglie o agli studenti”, perché “nei quartieri più popolosi e con alta densità immobiliare gli affitti brevi sono un fenomeno marginale e anche nei quartieri sedi di università il mercato è poco rilevante”.
L’impatto
I gestori negano, inoltre, una concentrazione nelle mani di pochi investitori. Dati che però, secondo i movimenti sono ampiamente sottostimati rispetto a una realtà che vedrebbe almeno 20-25mila annunci di affitti brevi sulle varie piattaforme. “Non è vero che alloggi si concentrano solo in centro, perché da tempo sono presenti anche in zone più periferiche lungo il tracciato delle metropolitane”, spiega Angelo Avelli
, tra i promotori dell’organizzazione “Chiediamo casa“ che da tempo sollecita regole sugli alloggi e limiti all’overtourism. “L’impatto sul mercato è evidente – prosegue – perché oltre a sottrarre un patrimonio immobiliare alla popolazione, garantendo una rendita nelle mani di pochi investitori, gli affitti brevi provocano un aumento generale dei canoni. Sul fronte della casa le misure previste dal piano del Comune non sono sufficienti, bisognerebbe tornare a costruire case popolari”.Tappa a Barcellona
Angelo e altri rappresentanti dei movimenti oggi sono a Barcellona, per incontri nella città “faro” per le sue misure draconiane sugli affitti brevi che potrebbero aprire la strada alla nascita di un coordinamento europeo, perché il fenomeno è trasversale ai Paesi e alle città. Intanto si festeggia il “primo punto”, con la stretta sui lock box sullo spazio pubblico urbano stabilita dall’assessore alla Sicurezza Marco Granelli. “Questa vittoria – spiega “Chiediamo casa“ sui social – nasce dalla campagna di visibilizzazione dei lock box attraverso l’applicazione di stickers sui lucchetti per le chiavi delle locazioni turistiche e dal primo presidio davanti alla sede di Airbnb. Ci aspettiamo di andare avanti attraverso la sperimentazione di una normativa locale , come già avvenuto a Firenze, Genova e Bologna”.
Lombardia star del turismo
Il divieto dei lock box in luoghi pubblici dovrà essere fatto rispettare, con una campagna di controlli che dovrebbe partire dall’ardua individuazione dei proprietari. Intanto il business degli affitti brevi non si ferma, e per un fine settimana i (minuscoli) alloggi più economici sono sul mercato a 80-100 euro a notte, che scendono a 48 euro uscendo da Milano, a Buccinasco. La Lombardia, intanto, secondo i dati della Regione e di Unioncamere ha registrato un incremento dell’11% delle presenze turistiche nei primi otto mesi del 2024, superando quota 37 milioni.