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Umberto Bossi
Milano, 24 settembre 2015 - Processo Lega Nord. Il fondatore Umberto Bossi non è intenzionato a sottoporsi all'esame in aula, nel processo milanese che lo vede imputato, assieme al figlio Renzo e all'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito, per appropriazione indebita per le presunte spese personali con i rimborsi elettorali del partito. Tra queste multe per migliaia di euro, la fattura del carrozziere l'ormai famosa laurea in Albania di Renzo Bossi e i lavori di casa Bossi a Gemonio. I suoi difensori, oggi, nella fase di ammissione dei testimoni da ascoltare nel dibattimento, non hanno chiesto infatti l'esame dell'imputato. Istanza che, invece, è stata presentata dai legali di Belsito e di Renzo Bossi. L'ex tesoriere del Carroccio e Renzo soprannominato 'il Trota', difesi rispettivamente dell'avvocato Paolo Scovazzi e dall'avvocato Carlo Beltrani, verranno quindi ascoltati nelle prossime udienze, quando dovrebbero rispondere alle domande del giudice e dei pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini. Secondo l'avvocato ed ex parlamentare della Lega Nord Matteo Brigandì, difensore di Umberto Bossi, invece, "non è necessario" l'esame del suo assistito.
Prima dell'ammissione dei testimoni citati dalle parti, il giudice dell'ottava sezione penale del Tribunale di Milano Maria Luisa Balzarotti ha respinto alcune eccezioni presentate dalle difese, che avevano sostenuto "l'illegittimità delle perquisizioni eseguite il 2 aprile 2012 in quanto svolte violando le garanzie da parlamentare di Umberto Bossi» e la «nullità del decreto di citazione diretta a giudizio perché il capo d'imputazione non è sufficientemente determinato e comprensibile". Eccezioni alle quali si era opposto il pm Filippini. Il processo è stato quindi rinviato al prossimo 20 ottobre, quando verranno ascoltati i primi testimoni, due consulenti della Procura.
Il processo con al centro l'accusa di appropriazione indebita è l'ultimo dei filoni dell'inchiesta, che nel 2012 ha travolto Umberto Bossi, rimasto a Milano. Gli altri sono stati trasferiti per competenza territoriale a Genova. Nel dibattimento milanese i pm Pellicano e Filippini contestano agli imputati oltre mezzo milione di euro di soldi pubblici, ottenuti con rimborsi elettorali, che sarebbero stati usati dalla famiglia Bossi per pagare le spese più varie. La posizione del primogenito del fondatore del Carroccio, Riccardo, anche lui imputato, era stata stralciata nei giorni scorsi in quanto ha scelto di essere processato con rito abbreviato.