MARIACHIARA ROSSI
Cronaca

Vanda è la donna del miracolo, 90 anni e non sentirli: “La mia tintoria la comprò Pozzetto. Smettere? Perché dovrei?”

Originaria del Parmense, da 66 anni titolare della bottega storica in via Ciro Menotti a Milano. Due mesi fa si è rotta un femore: “I miei clienti mi aspettavano. Ho anche posato per uno stilista”

Vanda Candellari è nata nell’ottobre del 1935 a Palanzano, sull’Appennino parmense. Vive a Milano dall’età di 17 anni

Vanda Candellari è nata nell’ottobre del 1935 a Palanzano, sull’Appennino parmense. Vive a Milano dall’età di 17 anni

MILANO – “Ciao cocca come stai?”. Vanda Candellari, classe 1935 all’anagrafe, si presenta con sguardo vivace, la battuta pronta, e una dialettica che farebbe invidia al più loquace degli speaker radiofonici. Ogni mattina da 66 anni alle 8.30 alza la cler della sua bottega storica al civico 15 di via Ciro Menotti e dà il buongiorno ai residenti di questo tranquillo angolo di Milano incastonato tra piazza Risorgimento e Porta Venezia.

La donna del miracolo

All’esterno del negozio nessun particolare segno distintivo a parte un’insegna sbiadita che riporta la scritta “Tintoria Vanda”, ma è per “la donna del miracolo”, così come è stata ribattezzata dai clienti nel corso degli anni, che i passanti si fermano. Per un saluto o una richiesta dell’ultimo minuto. “Vanda come stai? Sei una forza della natura! Buona giornata Vanda”.

Un'icona del quartiere

Alle spalle un centinaio di pacchi e pacchettini che attendono i rispettivi padroni, da una parte l’inseparabile ferro da stiro e dall’altra una stampella cui appoggiarsi. Una novità alla quale non vuole abituarsi. Proprio lei, figlia di contadini – “scarpe grosse e cervello fino” –, che fin da adolescente ha ricercato l’autonomia e l’indipendenza, trasferendosi a soli 17 anni da un piccolo paese in provincia di Parma (Palanzano) nel capoluogo lombardo per imparare un mestiere. “Quale acciacco? È solo per appoggiarmi ogni tanto”, assicura lei. La verità è che la sua fama di donna dei miracoli di recente si è estesa oltre i confini della colorata Porta Venezia.

La forza del carattere

Due mesi fa l’hanno ricoverata all’istituto Gaetano Pini dopo essere caduta dalle scale del condominio di casa. Diagnosi: un femore rotto e tanto riposo. “Ho svolto la classica riabilitazione e in qualche settimana, grazie alle cure e alle attenzioni di mia nuora, ero già pronta a tornare al lavoro. Cosa mi hanno detto i dottori? Di stare a riposo ma i miei clienti mi aspettavano”.

COMUNE, PREMIATE A PALAZZO MARINO 24 NUOVE BOTTEGHE STORICHE (FOTO 2)
La premiazione in Sala Alessi con il sindaco Giuseppe Sala e l'assessore allo Sviluppo economico e Politiche del Lavoro Alessia Cappello (foto Mianews)

L'influenza di Vanda

Durante il periodo di assenza a portare avanti l’attività ha pensato la famiglia: “Sono già bisnonna del piccolo Pietro sai?”. Nessuno degli storici habitué l’ha mai abbandonata. “Vengono addirittura dalla Svizzera per lasciare in tintoria i capi, si fidano solo di me. Quando sono tornata dall’ospedale mi hanno trattata come una regina: un giorno mi portavano le torte, quello dopo i pasticcini. Qua mi vogliono davvero bene”.

Una vita dedicata al lavoro

A ottobre compirà novant’anni e non ha nessuna intenzione di chiudere. “Perché dovrei? Fin quando riesco vado avanti così: mi vesto, mi lavo, mi preparo, se io stessi in casa tutto il giorno cosa farei? Mi trascurerei. Invece nonostante l’età non bisogna adagiarsi”.

La sua tintoria centenaria, acquistata da nientepopodimeno che Renato Pozzetto nel 1972, è l’unica attività storica rimasta in zona. “Qui vicino una volta c’era il teatro dell’Elfo, all’angolo il salumiere di quartiere e vicino al negozio un carbonaio. Pensa che roba”, ricorda con un po’ di nostalgia. Eppure lei continua a divertirsi come i primi tempi: “Qualche mese fa ho posato da modella per il brand di uno stilista. Diciamo che non mi annoio mai”.

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La signora Vanda, 90 anni, titolare dell’omonima lavanderia e tintoria storica in via Menotti

Orgoglio parmigiano

Da buona parmigiana, confida, dopo tanti anni non riesce ancora a digerire la puzza sotto il naso di qualche meneghino. “In passato mi è capitato di cacciare dal negozio una signora che si era permessa di trattare male un cliente solo perché indossava un abbigliamento da muratore. L’ho spinta fisicamente fuori. Vuole sapere cosa mi ha detto il marito quando mi ha raggiunta? Vanda hai fatto bene”.

Prima di uscire, tra una giacca e un paio di pantaloni balza agli occhi un cadeau con i colori della sua squadra del cuore: “Lei è interista vero? Perché se no col cavolo che le rilasciavo l’intervista“.