
Bomba incendiaria davanti al consolato tunisino
Milano, 25 giugno 2018 - Lo scorso 22 aprile aveva dato fuoco al cancello d'ingresso dello stabile che ospita il Consolato generale di Tunisia a Milano. Poi, era fuggito, lasciando sul posto una bottiglia di plastica contenente il liquido infiammabile usato per appiccare le fiamme. Il 19 giugno è tornato nell'ufficio diplomatico per lasciare una lettera minatoria, nella quale chiedeva alle autorità del suo Paese di rispondere ad alcune domande di carattere personale, minacciando in caso contrario di incendiare non solo il portone d'ingresso ma tutto l'edificio. Ora, il responsabile di questi atti è stato individuato e fermato dagli agenti della Sezione Antiterrorismo Internazionale della Digos della Questura di Milano: è un tunisino di 33 anni.
Per individuare l'uomo, che viveva a Milano senza fissa dimora, sono stati svolti accertamenti che hanno consentito di localizzarlo mentre si avvicinava ancora una volta all'edificio del Consolato. Le indagini hanno consentito di escludere la matrice terroristica e l'appartenenza dell'uomo a gruppi o organizzazioni criminali. La comparazione delle impronte digitali dell'uomo con quelle rilevate dagli agenti della Polizia Scientifica della Questura di Milano sulla bottiglia utilizzata per cospargere il portone del Consolato con il liquido infiammabile conferma che si tratta della stessa persona, ragione per la quale è stato indagato a piede libero per il reato di incendio doloso, minacce aggravate e porto di armi. Dagli accertamenti effettuati è emerso che il tunisino aveva presentato in Francia una domanda di protezione internazionale.