NICOLA PALMA
Cronaca

Dalla clinica degli orrori a casa: Brega Massone resta ai domiciliari

L’ex primario di Chirurgia toracica può continuare a scontare il resto della condanna tra le mura domestiche. Respinto dalla Cassazione il ricorso della Procura d’Appello

La guardia di finanza davanti alla sede dell’allora clinica Santa Rita di Milano

Milano, 27 luglio 2020 - Pier Paolo Brega Massone può continuare a scontare a casa il resto della condanna a 15 anni e 6 mesi per truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale, falsità ideologica e lesioni nei confronti di decine di pazienti della Santa Rita di Milano, sottoposti tra 2007 e 2008, secondo indagini e sentenze, a interventi inutili o dannosi solo per “gonfiare“ i rimborsi ricevuti dallo Stato. L’ex primario di Chirurgia toracica di quella che all’epoca fu definita “la clinica degli orrori“ è ai domiciliari da fine 2019, su disposizione del Tribunale di Sorveglianza, che ha accolto l’istanza dei suoi legali. Nei giorni scorsi, la Cassazione ha confermato la decisione, respingendo il ricorso della Procura generale della Corte d’Appello di Milano.

Secondo il pg, Brega Massone – che lo scorso 18 luglio ha compiuto 56 anni e che dal 2008 è rimasto dietro le sbarre quasi ininterrottamente (se non per due brevi periodi di tempo nel 2009 e nel 2014) – non è "meritevole del beneficio concessogli", non solo per "la gravità dei reati in espiazione", ma per "la significativa pendenza relativa ad altro procedimento nel quale è stato condannato alla pena di 15 anni di reclusione". Il riferimento è all’altro processo, quello che riguarda la morte di quattro malati in sala operatoria: inizialmente condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per omicidio volontario con dolo eventuale (24 anni e 4 mesi al suo vice di allora Fabio Presicci), nel giugno del 2017, la Suprema Corte aveva annullato il verdetto d’Appello, escludendo volontarietà e dolo; di conseguenza, l’Appello-bis aveva ridimensionato l’accusa nei confronti del medico in omicidio preterintenzionale, così sostenendo che Brega Massone non entrava in sala operatoria accettando l’eventualità di uccidere.

Su quel giudizio si attende ancora il pronunciamento definitivo della Cassazione, che potrebbe affibbiare all’ex chirurgo una nuova pesante condanna da scontare. Intanto , però, Brega Massone può rimanere a Pavia con la sua famiglia per terminare l’espiazione dei 15 anni e 6 mesi (il fine pena potrebbe arrivare tra il 2021 e il 2022). Il ricorso del pg contro la concessione dei domiciliari è stato dichiarato inammissibile dagli ermellini. Il motivo: "Non individua singoli aspetti del provvedimento impugnato da sottoporre a censura, ma esprime mero dissenso sulla decisione adottata, lamentando l’omessa valutazione di una significativa pendenza giudiziaria e invitando a una rivisitazione di elementi fattuali non consentita in questa sede".

Di più: agli atti c’è una relazione comportamentale, stilata il 10 dicembre 2019, dalla quale si evince che Brega Massone ha "mostrato impegno nelle attività trattamentali, partecipando in maniera proficua a molteplici corsi"; ha "fruito positivamente dei permessi premio anche per recarsi al proprio domicilio". Inoltre, risulta "avere un domicilio idoneo per la misura alternativa" e non ha "rapporti con la criminalità comune, organizzata o eversiva". Quindi, "dopo aver anche considerato la lunga detenzione sofferta e i rilevanti progressi trattamentali evidenziati dall’équipe di osservazione", i giudici hanno deciso per la concessione della misura alternativa, "che appare idonea alla prosecuzione del percorso rieducativo del condannato e alla salvaguardia delle esigenze di tutela della collettività, dovendosi ragionevolmente escludere non solo il pericolo di reiterazione del reato ma anche il pericolo di fuga, considerato che il soggetto è da tempo ammesso alla fruizione di permessi premio presso l’abitazione familiare".