ANDREA GIANNI
Cronaca

La famiglia senza casa che da due mesi dorme in auto: “Che dolore vedere i miei figli vivere così”

Bresso, la storia di Mohamed, artigiano edile messo in ginocchio dal Covid, costretto a vivere con la moglie e i 4 figli nella sua station wagon: “Non voglio continuare coi sussidi, ci serve solo un aiuto per rimetterci in piedi”

Mohamed B. e la moglie con l'auto che in questi due mesi è diventata la loro casa

Bressso (Milano) – Sette settimane trascorse senza una casa, a dormire in auto, facendo la spola tra il parco nei pressi del cimitero di Bresso e i parcheggi delle stazioni di servizio, per usufruire dei bagni. Una situazione di grave disagio che coinvolge una coppia con 4 figli. La più grande ha 17 anni, il più piccolo ne ha 9. A settembre dovranno ricominciare la scuola, senza avere un tetto sopra la testa e un letto dove riposare.

"Senza una casa non posso ricominciare a lavorare – spiega Mohamed B., 51 anni – chiediamo un aiuto, per i nostri figli". Nato ad Alessandria d’Egitto, Mohamed vive in Italia da 26 anni. Mostra con orgoglio le foto di alcune delle stanze che ha abbellito grazie al suo lavoro da decoratore, pittore e gessista, artigiano che lavora in proprio nel settore dell’edilizia. I suoi figli sono cresciuti a Bresso, frequentano regolarmente le scuole e amano studiare. Una famiglia inserita nella comunità locale, caduta nella spirale della povertà durante la pandemia, quando le partite Iva sono rimaste da un giorno all’altro senza un reddito.

"Ero senza lavoro perché si sono fermati i cantieri – racconta Mohamed – a un certo punto non sono più riuscito a pagare le spese condominiali e le rate del mutuo contratto nel 2005 per comprare casa a Bresso e portare la famiglia in Italia, per offrire ai miei figli un futuro. Il nostro appartamento infine è stato venduto all’asta, e siamo rimasti sulla strada".

Per un periodo, dopo l’intervento dei Servizi sociali del Comune di Bresso, la famiglia ha alloggiato in un hotel a Cinisello Balsamo. Poi il trasferimento in un residence a Paderno Dugnano, dove è rimasta per alcuni mesi. "Quando il Comune ha smesso di pagare siamo stati costretti ad andarcene – prosegue Mohamed – e, non avendo altri posti dove stare, siamo finiti a dormire in auto. Da allora sono trascorse quasi sette settimane". Un’Audi nera station wagon, dove sono stipati abiti ed effetti personali. Di notte Mohamed e la moglie dormono all’aperto, per lasciare ai quattro figli più spazio possibile nell’abitacolo.

Quattro minorenni, alle porte di Milano, vivono in una situazione che, senza un intervento rapido, potrebbe diventare ancora più critica dopo l’estate, con l’arrivo del freddo. Intanto le giornate che precedono Ferragosto, mentre i coetanei sono in vacanza al mare o in montagna, trascorrono nella speranza di ricevere un aiuto, arrangiandosi giorno dopo giorno per trovare da mangiare, anche grazie ad alcuni residenti.

È arrivata da qualche giorno, boccata d’ossigeno, la Carta risparmio spesa, sussidio rivolto alle famiglie indigenti per acquistare beni di prima necessità. Si somma al reddito di cittadinanza e all’assegno unico, in tutto poco più di mille euro al mese. "Stiamo provando a cercare una casa in affitto ovunque, anche a Lecco o a Stradella – racconta l’artigiano – ma i proprietari quando capiscono che siamo persone povere, di origine straniera e con quattro figli, si tirano indietro. Ci siamo rivolti ai Servizi sociali di Milano ma hanno detto che la competenza è del Comune di Bresso, perché abbiamo qui la residenza. Dalla Caritas abbiamo ricevuto assistenza ma nessun aiuto concreto sul fronte della casa. Ci sono tanti appartamenti vuoti a Bresso – prosegue – il lavoro nel mio settore c’è ma per riuscire a ripartire e rimettermi in sesto economicamente ho bisogno di un tetto, perché non posso lasciare soli mia moglie e i miei figli. Ci serve un supporto per riuscire a rialzarci. Poi potremo camminare sulle nostre gambe, senza sussidi. Ogni giorno è un dolore enorme, dopo una vita trascorsa fra famiglia e lavoro. Un dolore soprattutto se penso a mia moglie e ai miei figli – conclude – perché non meritano di vivere tutto questo".