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Due episodi che raccontano clima e fronti. "Il collega alla guida si è spaventato perché era stato circondato, l’auto presa a pugni, uno specchietto rotto. Andava a uno all’ora", ripete Ghezzi. I facchini invece raccontano "di essere stati speronati dopo che la Bmw con una faccia nota a bordo aveva accelerato". Il bilancio è di un dipendente trasportato in codice verde al Santa Maria delle Stelle, a Melzo. Da giorni ormai anche l’altra sede del colosso della logistica, a Truccazzano, è presidiata in forze da polizia e carabinieri. L’episodio del fuoristrada che entra in azienda è stato registrato dalle telecamere, alla fine gli operai sono stati sgomberati esattamente come negli ultimi tre giorni. Ieri, dopo l’incidente alla cinquantina di manifestanti se ne sono aggiunti altri, nel pomeriggio erano in 150.
Poi è tornata la calma, ma qui in tanti temono sia solo una tregua. Qualche giorno fa Lgd ha incontrato questore e prefetto, "per chiedere la tutela dei nostri diritti e anche delle famiglie che dipendono da noi – spiega Ghezzi –. Fornitori e addetti che non aderiscono alla protesta restano in attesa ore, anche ieri le code dei camion hanno mandato in tilt il traffico nel circondario. Non possiamo andare avanti così. Scioperare è un diritto sacro che nessuno vuole ledere, ma qui non c’è ragione per ricorrere a certi metodi, siamo seduti al tavolo della trattativa da tempo immemore. I blocchi illegittimi sono un’ipoteca su 1.200 posti, a farne le spese rischia di essere il personale che ogni giorno proviamo a garantire con contratti corretti e condizioni di lavoro degne di questo nome".