DIANDREA GIANNI
Cronaca

Broker fa sparire 700mila euro, vittima 86enne

Il promotore finanziario, indagato, per anni ha falsificato i documenti. Odissea per recuperare i soldi: risarcisca la “casa madre“.

di Andrea Gianni

Per anni ha investito i suoi soldi affidandosi a un promotore finanziario di fiducia, fino a quando ha scoperto che 708.810 euro versati tra il 2014 e il 2017 erano spariti nel nulla. E le lettere che periodicamente attestano lo stato degli investimenti erano state addirittura falsificate per coprire gli ammanchi. La vittima è un pensionato di 86 anni, che si era affidato all’agenzia milanese a partire dal 2005. Il “broker“ è indagato per truffa aggravata dalla Procura di Milano, che ha aperto un’inchiesta scaturita dalla denuncia presentata dal risparmiatore raggirato. Ed è in corso una battaglia legale davanti al Tribunale civile, con uno scarico di responsabilità tra compagnia assicurativa, banca e assicurazione dell’agenzia che penalizza solo la vittima, ancora in attesa di recuperare i propri soldi. Facendo un passo indietro, la scomparsa degli oltre 700mila euro è emersa nel febbraio 2018 grazie a un semplice controllo sul portale del colosso delle assicurazioni al quale faceva capo l’agenzia dove lavorava l’agente, società ora in liquidazione. L’86enne, che di solito non usa internet, ha chiesto al fratello di aiutarlo a consultare online, nello spazio riservato ai clienti, la situazione della polizza. Fino a quel momento, infatti, come ha raccontato nella denuncia, si era basato sulle lettere che gli venivano spedite a casa. Si è accorto così che online compariva una somma inferiore di ben 700mila euro. La lettera cartacea di rivalutazione del 2017 indicava infatti la somma complessiva di 991.564 euro, mentre online compariva solo l’importo di 248.076 euro. Gran parte del denaro investito era stato “fatto sparire“ e, come è emerso dagli accertamenti, il promotore avrebbe anche falsificato le lettere con un sistema ingegnoso. Faceva arrivare le comunicazioni della “casa madre“ al suo indirizzo di casa, poi le inviava al cliente dopo aver alterato il contenuto, facendo risultare che i versamenti erano tutti regolari. Nella denuncia viene anche avanzata l’ipotesi che il broker avesse cercato di approfittare del fatto che l’investitore, classe 1933, è rimasto solo dopo la morte del figlio e della moglie. Il fratello minore non aveva una conoscenza accurata dello stato patrimoniale del parente. C’era quindi la concreta possibilità che, nel caso di morte dell’86enne, nessun erede si sarebbe accorto dell’ammanco.

Il pm Isidoro Palma ha chiesto il processo per il broker, e si attende la fissazione dell’udienza davanti al gup. Nel frattempo corre in parallelo un intricato procedimento civile, un "tutti contro tutti" dove a farne le spese è solo la vittima della truffa. Il colosso delle assicurazioni, che ha revocato il mandato alla società, sostiene in sostanza che il broker ha intascato la somma prima che arrivasse alla “casa madre“. E, quindi, è lui a dover risarcire la vittima. Accusa la banca alla quale si appoggiava l’agenzia di omessa vigilanza sui movimenti anomali di somme depositate sul “conto corrente separato“ aperto, come prevede la legge, per gestire le operazioni. I legali dell’86enne chiamano invece in causa il gigante delle polizze. La prossima udienza è stata fissata per ottobre. Nel frattempo l’86enne attende ancora la restituzione del denaro investito.