
di Andrea Gianni
Dal 1818 ha vestito presidenti degli Stati Uniti, da Lincoln a Kennedy e Trump, ma anche attori e artisti, Clark Gable o Andy Warhol, fino a vip, uomini d’affari e politici nostrani. Nella storia gloriosa ma negli ultimi anni tormentata di Brooks Brothers, iconico marchio Usa delle camicie botton down messo in crisi anche dagli effetti della pandemia, si aggiunge un capitolo milanese, perché la controllata Brooks Brothers Europe Srl, già in liquidazione, ha chiesto il concordato preventivo al Tribunale fallimentare di Milano, che ha nominato un commissario giudiziale, Valeria Emma Ornaghi. Una procedura che consente alla società con sede in via Forcella 3, ramo europeo del gruppo, di presentare un piano per uscire dalla crisi ed evitare il crac. Vicissitudini legate alla situazione oltreoceano: a luglio dell’anno scorso Brooks Brothers aveva depositato al Tribunale dello Stato del Delaware la richiesta di bancarotta assistita a causa della pandemia globale e l’effetto conseguente sui conti, attivando quindi il Chapter 11 che ha permesso all’azienda di incassare un finanziamento da 75 milioni di dollari. Anche sul fronte italiano ed europeo il 2020 si è chiuso in rosso. "La società ha “archiviato” il progetto di bilancio per l’esercizio 2020 con una perdita di euro 42.260.661 – si legge nel ricorso che Brooks Brothers Europe ha presentato al Tribunale fallimentare di Milano –. L’insorgenza e il protrarsi della situazione di emergenza sanitaria e delle consequenziali, stringenti, misure adottate dal Governo al fine di limitarne la diffusione hanno influito in maniera particolarmente significativa sui risultati e l’andamento della società stessa". Nel ricorso si parla di un "dimezzamento dei ricavi nel periodo da marzo a dicembre 2020 (riduzione di circa euro 20 milioni) e, conseguentemente, degli incassi". Al calo delle vendite si sono aggiunti "ritardi nell’incasso di crediti" per merce già ceduta, con la conseguenza di un indebitamento fuori controllo (oltre 36.8 milioni di euro) con fornitori e proprietari dei negozi che "solo parzialmente hanno concesso dilazioni o sconti" sui canoni. Il Tribunale fallimentare, presieduto da Alida Paluchowski, ha concesso quindi 60 giorni di tempo per la presentazione della proposta definitiva di concordato preventivo o degli accordi di ristrutturazione dei debiti.
Una situazione che lascia con il fiato sospeso i dipendenti degli store milanesi, in un periodo già segnato da chiusure di negozi e crisi di grandi marchi del fashion. La storia di Brooks Brothers è iniziata negli Usa ma negli ultimi anni si è intrecciata con quella dell’imprenditoria italiana, perché l’iconica azienda di abbigliamento nel 2001 era finita nelle mani di Claudio Del Vecchio, 64 anni, figlio del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio. La sua avventura imprenditoriale oltreoceano si è scontrata però con la crisi che ha portato alla chiusura di store e a una rivoluzione nella compagine societaria. Alla fine, ad agosto dell’anno scorso, Sparc Group e Authentic Brands si sono aggiudicati la partita per il controllo, mettendo sul tavolo 325 milioni di dollari e salvando il colosso Usa dalla caduta.