BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Caccia alla banda del “clown“ Un colpo da professionisti

I rapinatori erano mascherati e indossavano i guanti. I carabinieri stanno indagando. su eventuali precedenti simili

di Barbara Calderola

È caccia al commando che venerdì sera ha fatto irruzione nella tabacchiera Punzo, a Melzo, in via Carducci, arraffando sigarette e soldi dalla cassa, un bottino di 3mila euro. Per i carabinieri di Pioltello, decisi a risolvere il caso, un lavoro certosino di incrocio delle immagini delle telecamere alla ricerca di un indizio che li aiuti a risalire all’identità del pagliaccio – il capo della banda indossava una maschera da clown, e aveva una pistola in mano – e dei suoi complici, tutti a volto coperto. Ci sono poche speranze invece di ricavare indicazioni dalle impronte, i malviventi avevano i guanti. I proprietari del locale, Andrea Punzo e sua madre Rosalia Cantarello, hanno fornito una descrizione degli aggressori, qualche particolare potrebbe rivelarsi utile per rintracciarli, ma il primo punto da chiarire riguarda il travestimento scelto dal boss: un brutto scherzo di Carnevale, o un copione seguito da qualche altra parte? Per rispondere a questa domanda gli investigatori stanno ampliando il raggio alla ricerca di precedenti ben oltre i confini dell’Adda-Martesana. L’orario del colpo, quasi alla chiusura, e la sicurezza con cui i quattro si sono mossi all’interno del ba fanno ipotizzare che il raid fosse stato preparato con una certa cura. Per ora non si scarta alcuna ipotesi. Un’indagine complessa che si affianca a quella dell’altra brutta rapina che ha insanguinato la zona negli ultimi mesi. Il 24 ottobre scorso tre uomini hanno preso a calci e pugni un imprenditore e la moglie, quasi settantenni, a Inzago. Una sequenza da incubo nella villa in via delle Orchidee. Gli assalitori hanno atteso la donna in giardino dopo aver scavalcato la recinzione, all’imbrunire, lei come ogni sera a quell’ora stava chiudendo le persiane e l’hanno costretta a farli entrare. Poi è cominciato il pestaggio. Solo quando i tre se ne sono andati, i coniugi sono riusciti a liberarsi e a lanciare l’allarme. I responsabili della brutale incursione non hanno ancora un nome, ma in caserma dicono che è questione di tempo. Per marito e moglie uno choc terribile, difficile da lasciarsi alle spalle, stessa sensazione per il tabaccaio di Melzo che ha temuto per la vita della madre e del figlioletto di 9 anni chiuso a chiave nel retrobottega.