
Fabio Rolfi
Milano - "Date le considerazioni del vicepresidente della Commissione Agricoltura, Floriano Massardi, rispetto al suo collega di partito, l’assessore Fabio Rolfi, e al suo assessorato, ci aspettiamo che venga in Consiglio regionale a sostenere la mozione di censura che depositerà il Movimento Cinque Stelle". Queste le parole di Simone Verni, consigliere lombardo dei pentastellati, dopo il video raccontato e diffuso ieri da Il Giorno, quello in cui Massardi, in un ristorante della provincia di Brescia, davanti ad un nutrito gruppo di cacciatori coi quali ha appena finito di mangiare e bere, sostiene la necessità di dare un segnale di discontinuità nella gestione dell’assessorato all’Agricoltura, retto da Rolfi, leghista e bresciano proprio come lui, proprio come lo stesso Massardi. Una "discontinuità" invocata da quest’ultimo ora in riferimento allo stesso assessore ora in riferimento ai dirigenti dell’assessorato. "Non difendo l’indifendibile – tuona Massardi nel video, davanti ai cacciatori –: chi ha sbagliato deve pagare".
Il riferimento è alla sospensione della caccia in Lombardia decisa in via cautelare dal Tar fino al 7 ottobre in accoglimento del ricorso presentato dalla Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) contro la delibera e il decreto sul calendario venatorio. "Massardi – riprende Verni –, in ambito conviviale, di fronte a una platea di cacciatori ha detto che “chi ha sbagliato deve pagare“, che “non può essere che si faccia finta di niente di fronte a questo disastro”. Noi auspichiamo che la discussione in merito alla mozione di censura all’assessore Rolfi avvenga all’interno dell’Aula consiliare, piuttosto che al ristorante. La nostra mozione è la strada istituzionalmente corretta. Amministrare è un lavoro serio, la Lega deve smettere di avere due pesi e due misure, per cui un amico che sbaglia deve essere compreso e aiutato, mentre se a sbagliare sono gli altri si fanno i processi al citofono".
Prima dell’intemerata di Massardi, cacciatore oltre che consigliere regionale, era stata Barbara Mazzali, consigliera regionale di Fratelli d’Italia, a sua volta nata e cresciuta in una famiglia di cacciatori e armieri, ad inviare una lettera al governatore lomabardo Attilio Fontana chiedendogli di rimuovere tutti i dirigenti della Direzione Generale Agricoltura, colpevoli anche in questo caso di essersi fatti impugnare il calendario venatorio. Nel mezzo le manifestazioni di protesta indette e tenute dai cacciatori, una anche in stazione Centrale. Insomma: tanto tunò finché piovve l’incontro tra Fontana e le associazioni della caccia, ieri pomeriggio a Palazzo Lombardia. Un incontro nel quale il presidente della Regione ha voluto sentire le ragioni dei cacciatori, rassicurarli e placarne gli animi. Nessun ribaltone, assicurano da Palazzo Lombardia, né per quanto riguarda i dirigenti né tantomeno per quanto riguarda l’assessorato. Del resto, il contrario sarebbe stato decisamente clamoroso e irrituale. Verni però non ci sta: "Il personale di Regione Lombardia deve essere difeso e tutelato e non deve certo rispondere di responsabilità che fanno capo all’assessore".