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Cacciò funzionaria dal negozio La famiglia Davenia ora si scusa

La dipendente e il Comune hanno deciso di rinunciare alla costituzione di parte civile. La parte penale però prosegue.

La vicenda risale alla vigilia di Natale del 2020. Dopo due anni e mezzo, si può dire conclusa solo in parte. La funzionaria del Comune Rossana Gnasso era entrata nel negozio Davenia di via Resistenza per verificare delle irregolarità. Davenia è una famiglia conosciuta: originaria della Puglia, ha creato un impero milionario di immobili e negozi che vendono prodotti tipici del Sud. Tra i vari punti vendita sparsi per Milano e hinterland, c’è anche quello di Buccinasco, ispezionato dalla funzionaria. Appena ha rilevato irregolarità, alcuni componenti della famiglia hanno "insultato e minacciato la dipendente", nella versione dell’Amministrazione, tanto che la donna era stata costretta a chiamare i carabinieri. "Gli spazi esterni del negozio della società Alidav sas di Davenia Felice venivano utilizzati per la vendita, pur non avendo l’autorizzazione", hanno spiegato dal Comune. Da qui la contestazione (e la sanzione da 5mila euro). I Davenia hanno cacciato a spinte la funzionaria dal negozio, proseguendo con insulti e minacce. All’inizio, quando era venuta fuori la vicenda, i coinvolti avevano minimizzato il comportamento, denunciato poi ai carabinieri, ma ora, dopo due anni e mezzo, arriva la lettera di scuse. "Porgiamo alla dottoressa e al Comune le nostre scuse – si legge nella lettera firmata da Antonio e Felice Davenia –. C’era forte stress che ha certamente amplificato la nostra reazione, non consona. Siamo certi che in futuro non si verificheranno più situazioni del genere". La missiva è arrivata in seguito a un accordo tra le parti: la funzionaria e il Comune hanno deciso di rinunciare alla costituzione di parte civile, "ferma restando la querela sporta dalla funzionaria", precisano dal Comune. Quindi, la parte penale va avanti. Nel frattempo, l’accordo prevede mille euro di risarcimento alla funzionaria, che ha deciso di destinarli a Enpa, e mille euro al Comune (da destinare ad associazioni). Francesca Grillo