Marianna Vazzana
Cronaca

Cade per inseguire l’evaso, l’agente Carmine De Rosa in coma: “Poliziotti a rischio tutti i giorni. E in carcere mancano anche medici”

La furia dei sindacati della polizia penitenziaria che chiedono interventi al Governo: "Servono 18mila unità". Il fuggitivo si trova a all’ospedale San Paolo e ha tentato di scappare da una finestra

Il detenuto Nazim Mordjane evaso dall'ospedale San Paolo di Milano

Il detenuto Nazim Mordjane evaso dall'ospedale San Paolo di Milano

Rabbia che sfocia in richieste di interventi "urgenti". A innescare l’ira dei sindacati è il grave infortunio dell’agente di polizia penitenziaria Carmine De Rosa, di 28 anni, caduto nel vuoto ieri all’alba mentre inseguiva un detenuto evaso dalla finestra del bagno del pronto soccorso del San Paolo. Lotta tra la vita e la morte in un letto d’ospedale.

I fatti: Nazim Mordjane, palestinese di 32 anni, era stato accompagnato in ospedale mercoledì sera, ferito durante una lite con un altro recluso, scoppiata nel carcere di San Vittore dove si trovava dallo scorso 10 agosto per la rapina in concorso di un Rolex. Alle 5.25 l’evasione. L’agente De Rosa si lancia all’inseguimento del fuggitivo, che con un salto raggiunge un’aiuola a pochi metri dalla finestra del piano rialzato. L’agente lo insegue ma sfortunatamente mette il piede in un’intercapedine tra l’area verde e il fabbricato, facendo un volo a testa in giù e atterrando almeno dieci metri più in basso. Si rialza, cammina fino al pronto soccorso e si accascia. La situazione è critica: ha una frattura cranica, una emorragia cerebrale e contusioni sempre alla testa, oltre a fratture vertebrali e contusioni polmonari. Stabilizzato dai medici e intubato, viene trasferito d’urgenza all’ospedale San Carlo dove viene sottoposto a un’operazione neurochirurgica. Ora è ricoverato nel reparto di rianimazione. La famiglia del giovane, originario di Caserta, si è precipitata a Milano. Al suo fianco anche il fratello, pure lui agente penitenziario, in servizio a Verona.

"Il nostro collega – fa sapere Pompeo Bruno, vice coordinatore Fp Cgil Lombardia – è un giovane con 4 anni di servizio e piantonava il detenuto con un agente appena uscito dal corso. Siamo arrabbiati per questa vicenda che segna un’altra brutta pagina per i lavoratori e le lavoratrici del Corpo di polizia penitenziaria, dobbiamo poter lavorare in sicurezza e invece la nostra vita è messa a rischio quotidianamente". Non solo: accompagnamento negli ospedali e piantonamento "spesso vengono effettuati – continua Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil – con personale di polizia penitenziaria ridotto rispetto a quanto previsto dai regolamenti". E aggiunge che "dopo il passaggio con il quale la sanità penitenziaria è confluita nel Sistema sanitario nazionale, i medici e gli infermieri che lavorano nelle carceri in condizioni difficilissime e sotto organico, spesso sono costretti a inviare i detenuti in ospedale".

Donato Capece, segretario generale del Sappe, attacca il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo: "A lui, da mesi, stiamo chiedendo, senza riscontri, di intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici" e non solo. "Il carcere – parole di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria – è abbandonato dal governo e dal Dap. Nei penitenziari comandano i delinquenti e circolano droga e cellulari. Una situazione mai vista in 25 anni di servizio". A Guardasigilli e Governo chiede "un decreto-legge che con procedure d’urgenza consenta celeri assunzioni straordinarie, alla Polizia penitenziaria mancano 18mila unità, e il potenziamento degli equipaggiamenti. E sia la precondizione per riforme complessive".