MARIO CONSANI
Cronaca

Caduta fatale dal ponte sul Naviglio: "Balaustra da cambiare, era semplice capirlo"

Le conclusioni del perito dopo la morte di Andrea Elifani sul “pont de pan fiss“ per il cedimento del parapetto. L’inchiesta si allarga

La balaustra incriminata sul Naviglio Martesana

La balaustra incriminata sul Naviglio Martesana

Milano -  «I difetti erano riscontrabili ed identificabili fin dal completamento della fabbricazione". Insomma, il cedimento improvviso della balaustra sul “pont de pan fiss“ (del pane sicuro, ndr ), sul Naviglio Martesana in fondo a via Melchiorre Gioia, tutto sarebbe stato fuorché una sorpresa. E la morte del 40enne Andrea Elifani, che l’anno scorso ebbe la sventura di appoggiarsi al parapetto del vecchio ponte e precipitare di sotto quando quello cedette - perdendo la vita - non sembra proprio possa definirsi una casualità. Piuttosto, stando alle conclusioni della consulenza tecnica disposta della Procura, una tragedia prima o poi obbligata.

Anche perché il ponte (maledetta balaustra compresa) era stato ispezionato in entrambi gli anni precedenti dagli addetti del Comune di Milano che però, evidentemente, di nulla si erano accorti. Eppure, sostiene nella sua relazione tecnica l’ingegner Fabrizio D’Errico, lo stesso esperto dell’incidente ferroviario di Pioltello, i difetti della balaustra "erano facilmente riscontrabili da un tecnico". Già dal settembre del 2019 dunque, data del primo sopralluogo sul ponte, l’alternativa sarebbe dovuta essere quella della sostituzione del parapetto o della chiusura al traffico della struttura.

Ora spetterà ai magistrati tirare le somme delle indagini disposte sulla morte di Elifani e definire la posizione del dirigente e dei tre tecnici comunali dell’ Unità ponti attualmente indagati per omicidio colposo. E valutare, anche, se le responsabilità non vadano estese ad altre persone. Il dubbio è che quell’ufficio, nato dopo la sciagura del ponte Morandi a Genova, dovesse essere dotato di budget e organico più adeguati visto l’ingente numero di strutture da tenere sotto controllo in città e di cui curare la manutenzione.

Il 2 aprile dell’anno scorso, dopo essere caduto sbattendo la testa sul pavimento di pietra all’estremità esterna del ponte, Elifani venne trasportato subito in ospedale dove però morì poco dopo. Stava chiacchierando con un amico, quando si era appoggiato ad una sbarra della balaustra che non resse. Una tragedia che distrusse i familiari e gli amici di sempre, sia di Milano che di Minervino Murge in Puglia, paese d’origine dei genitori e dove Andrea era molto conosciuto.

Per dargli l’ultimo saluto, alcuni amici arrivati da lì lasciarono sul luogo della tragedia un mazzo di girasoli e rose bianche, un poster con un collage di foto e la scritta “Cosa non darei per stare su una nuvola“ accanto a una maglietta nera con il logo “Made in 1980“, tra quelle che aveva indossato il giorno della festa dei suoi 40 anni. In città Andrea (che sarebbe diventato padre pochi mesi dopo) aveva sempre vissuto in zona Giambellino prima di trasferirsi a San Siro con la compagna. Laureato in Scienze politiche, lavorava per una società di servizi per le risorse umane. Gli amici promossero anche una raccolta fondi per sostenere i familiari e la bimba in arrivo.