V.F.
Cronaca

Sfogliatelle e 'caffé Gegè': Napoli è sbarcata a Milano

Vincenzo e Giuseppe D'Innocenzo sono i nipoti di Giovanni Fummo, lo storico barista del Gran Caffè Gambrinus e uno dei baristi più famosi d’Europa

Vincenzo e Giuseppe D’Innocenzo

Milano -  Il rito della “tazzulella di caffè“ del Gran Caffè Gambrinus, storica caffetteria napoletana e uno dei bar più famosi della città, è sbarcato in centro a Milano. Due bar, distanti cento metri l’uno dall’altro, tra corso Magenta e via Meravigli, offrono alla città meneghina i prodotti più tipici della tradizione campana. Dal classico caffè napoletano espresso alla pastiera fatta in casa, alla mozzarella di bufala che dalla Campania viene consegnata fresca ogni giorno. Per non parlare delle sfogliatelle, le ricce e le frolle, che la mattina vengono servite ancora calde. E a pranzo un menù tutto partenopeo.

"Insieme al caffè serviamo sempre un bicchiere d’acqua frizzante che, secondo la tradizione campana, va bevuto rigorosamente prima del caffè per pulire le papille gustative dal sapore degli altri alimenti consumati. Non va mai bevuta dopo il caffè perché altrimenti ne vanifica il gusto", svela Vincenzo D’Innocenzo, il proprietario di Cùccà che con suo fratello Giuseppe ha intrapreso “l’avventura” di portare la tradizione della sua famiglia da Napoli a Milano.

I due fratelli sono, infatti, i nipoti di Giovanni Fummo, lo storico barista del Gran Caffè Gambrinus e uno dei baristi più famosi d’Europa. "Zio Giovanni è nato nei quartieri spagnoli, ha iniziato a fare il barista a 7 anni e ha lavorato al Gambrinus per sessant’anni. È per questo che io e mio fratello siamo nati con questa vocazione, tramandataci da nostro zio che in tutta la sua carriera lavorativa ha preparato più di 15 milioni di caffè. Ora il nostro obiettivo è battere questo suo record – spiega Vincenzo –. La concorrenza delle altre caffetterie storiche milanesi a pochi metri dalla nostra non ci spaventa, noi sappiamo di avere, modestia a parte, una marcia in più. Noi il caffè ce lo abbiamo nel sangue. E poi qui, così come nel bar di nostro zio, non facciamo differenza tra i clienti, che siano vip o semplici avventori, vengono tutti accolti nello stesso modo", racconta Vincenzo, orgoglioso di portare avanti la grande passione di famiglia.

«Fare colazione qui ormai per me è diventato un must, un qualcosa cui non riesco più a rinunciare perché mi dà la carica per iniziare bene la giornata. Infatti non si esce mai dalla caffetteria senza una risata", racconta Stefano Vighi, astrologo milanese che abita proprio davanti a Cùccà. "Nei nostri locali vogliamo tramandare proprio tutte le tradizioni di nostro zio, dal caffè “strapazzato” che lui tutte le sere preparava per Gegè di Giacomo, il batterista di Renato Carosone, che noi ora chiamiamo il “caffè Gegè“ - racconta Vincenzo - al caffè sospeso (‘O caffè suspiso) che è un’usanza sociale della tradizione napoletana, ora abbastanza conosciuta anche qui al nord. A Napoli, infatti, si dice che quando un napoletano è felice, invece di pagare un solo caffè per sé, ne paga due, uno anche per qualcuno che non può permetterselo".

Infatti, oltre alla simpatia e al divertimento, in questa caffetteria c’è tanta generosità che traspare anche nell’abbondanza dei piatti mai scarsi nelle quantità. "A noi piace coccolare i nostri ospiti, si devono sentire viziati a tavola, proprio come nella tradizione della più antica e autentica cucina partenopea", spiega il proprietario.