AN. GI.
Cronaca

Il filosofo Leonardo Caffo appella la condanna a 4 anni. Le aggressioni? "Colpa della ex"

Milano, ha cambiato avvocato e strategia: ora è difeso da Sghembri che si occupò di Olindo e Rosa. Il legale chiede la cancellazione della condanna e il non doversi procedere: "Punito uno per colpire tutti"

Il filosofo Leonardo Caffo, condannato a 4 anni in primo grado con divieto di avvicinamento alla ex compagna

Il filosofo Leonardo Caffo, condannato a 4 anni in primo grado con divieto di avvicinamento alla ex compagna

Milano – "Le violenze psicologiche e le umiliazioni furono reciproche, anzi da un punto di vista statistico furono maggiori quelle che pose in essere l’allora compagna". Nel ping pong di accuse tra Leonardo Caffo e la ex, il legale del filosofo, Fabio Sghembri lo stesso che nel recente processo ha difeso Rosa e Olindo, chiede di cancellare la condanna di primo grado a quattro anni: "In base agli elementi probatori, nel rapporto di coppia non ha avuto il ruolo di manipolatore né ha agito seguendo uno schema patriarcale, ma in qualche caso reagì alle aggressioni e agli insulti di lei".

Così si legge nelle motivazioni di appello depositati dall’avvocato. Caffo è stato condannato in primo grado a 4 anni per maltrattamenti e lesioni aggravati nei confronti della ex, la quale, secondo l’accusa, durante un litigio nell’estate 2020, avrebbe riportato una frattura scomposta con accorciamento del dito di una mano. Ora il legale ha chiesto di ribaltare la sentenza del Tribunale che Caffo, a dicembre, subito dopo la lettura del dispositivo, aveva commentato così: "Va bene educarne uno per colpirne mille, ma io sono stato colpito. Su un piano morale chiedo scusa".

Nel ricorso, oltre all’assoluzione, è stato proposto anche il rinnovamento dell’istruttoria dibattimentale e in subordine di escludere la circostanza aggravante ed emettere sentenza di non doversi procedere in quanto non sarebbe stata presentata entro i termini previsti dal codice la denuncia nei confronti del suo cliente. Denuncia da cui è nata l’indagine per cui è stata anche disposta la misura cautelare dell’allontanamento e del divieto di avvicinamento.

Revocata nel settembre dell’anno scorso dopo circa due anni. Con il ricorso, la difesa, "lungi dal perorare un caso di vittimizzazione secondaria", sottolinea che i "dati emersi" dal dibattimento "avrebbero infatti consentito di dimostrare che il giovane intellettuale non pose in essere azioni vessatorie in grado di ledere la personalità della vittima. Il rapporto era conflittuale - ha aggiunto - e lo stesso Caffo subì le aggressioni, gli insulti" da parte della sua compagna e "in qualche caso reagì. La loro è stata una relazione estremamente conflittuale ma le parti si confrontavano sempre in posizione di parità".