Funerali di Licia Pinelli, gli anarchici: “Il commissario Calabresi al Famedio? Incredibile”

Nota polemica nel giorno delle esequie della moglie del ferroviere ingiustamente accusato per la strage di piazza Fontana. Varengo (Fai): “Ipocrita che venga visto come simbolo di giustizia”

Milano, 15 novembre 2024 – Non è mancato uno spunto polemico nel giorno dei funerali di Licia Pinelli, moglie del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, morto in circostanze poco chiare cadendo da una finestra della Questura di Milano il 15 dicembre 1969, dopo essere stato accusato ingiustamente per la strage di piazza Fontana.

La cerimonia funebre per Licia Pinelli (Corner)
La cerimonia funebre per Licia Pinelli (Corner)

Ad “accendere la scintilla” è stato Massimo Varengo, esponente del Fai, la Federazione anarchica italiana. Il tema? L’iscrizione del commissario Luigi Calabresi al Famedio, proprio quest’anno, con cerimonia celebrata il 2 novembre di quest’anno.

L’attacco

"Luigi Calabresi – ha detto Varengo – è stato iscritto al Famedio con motivazioni che hanno dell'incredibile, viene visto come un esempio luminoso della giustizia e credo che più ipocrisia di così non ci possa essere".

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La cerimonia al Famedio: "Il commissario Calabresi accusato ingiustamente". La vedova: grazie Milano

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In molti durante il rito laico hanno anche parlato di "falso clima di pacificazione", dopo l'abbraccio tra le due vedove, Licia Pinelli e Gemma Calabresi, che si erano incontrate al Quirinale nel 2009, grazie al presidente Giorgio Napolitano. "Un clima di pacificazione che dovrebbe occultare tutto e mettere tutto sullo stesso piano", ha osservato ancora l'esponente del Fai.

L’osservazione

Uno striscione in ricordo di Licia Pinelli (Mianews)
Uno striscione in ricordo di Licia Pinelli (Mianews)

“Dobbiamo essere grati anche a quel gesto naturale – ha osservato, invece, il giornalista Gad Lerner, in gioventù esponente del composito mondo dell’estrema sinistra –, un abbraccio che in qualche modo è stato strumentalizzato per una pacificazione che non può esserci, se non nell'impegno di continuare a dire che le bombe le hanno messe i fascisti sotto la regia dello Stato”.