
Calcioscommesse, il racconto dell'ex calciatore che vuole restare anonimo: "Puntavo anche io, persi 50mila euro"
Milano, 13 aprile 2025 – «Il calcioscommesse? Le partite aggiustate? La ludopatia? Non c’è da stupirsi, è da sempre che in campo funziona così, e i primi colpevoli sono certi personaggi ai vertici del sistema. Presidenti compresi... Poi c’è l’irresponsabilità e la “leggerezza” dei giocatori. Io per primo. Mi spiace però che ragazzi giovani e nel giro della Nazionale ci siano finiti dentro...». A parlare è un ex calciatore famoso, che ha visto e sentito di tutto dentro e fuori i campi di gioco. C’era anche lui nella maxinchiesta di Cremona, per un po’ è stato isolato dal sistema. Da qualche anno ha ripreso a lavorare e per evitare ritorsioni preferisce parlare nell’anonimato. Raccontandoci come il pallone sia finito nel fango. «Scommettevo pure io, è vero. Puntatine di 200-300 euro al massimo dopo qualche “soffiata” di gente che frequentava il nostro ambiente. A volte andava bene, più spesso male, visto che in pochi mesi ci ho rimesso circa 50mila euro».
Insomma, anziché darvi imbeccate giuste vi rifilavano delle “bufale”?
«Questo lo abbiamo capito dopo. Io e altri miei ex colleghi ci fidavamo. Quasi tutti i weekend il ritrovo era a Milano: serate goliardiche e spensierate fra amici in discoteca o nei ristoranti del centro. C’erano calciatori importanti, che avevano guadagnato tanto in carriera, ci si sfidava per vedere chi aveva avuto le dritte giuste, per poi ritrovarci il lunedì e prenderci in giro».
Scommettere per il gusto di scommettere, brutto vizio…
“Guardi, che fino a qualche anno fa in Italia l’80% dei calciatori e dei dirigenti scommetteva, pur facendolo per interposta persona. A me è capitato di assistere a cose assurde durante le serate di partite a carte: tutto facile con internet, bastava un clic, e poi un altro, ogni volta che si premeva il tasto si puntavano 10mila euro. Un importantissimo ex calciatore giocava con noi a poker e compulsivamente scommetteva. Una volta su una partita si puntò sul 3-3... e quella gara finì proprio 3-3”..
Sui siti stranieri tutto era più facile, soprattutto se illegali
“Sicuramente, perché prima erano meno sorvegliati. L’inchiesta degli scorsi anni, le decine di partite truccate in Europa, portarono alla luce cose che tutti sapevano. In paesi poveri come Romania, Grecia, Bulgaria e in generale quelli dell’est europeo o dell’Africa è più facile corrompere giocatori e arbitri che guadagnano mille o duemila euro al mese. Fischiare tre o quattro rigori non è un problema se poi la mafia del calcio ti offre soldi per aggiustare i risultati. Ma guardi, falsavano le gare anche in tornei prestigiosi come quello tedesco o inglese”
Cosa le risulta?
“Una decina d’anni fa un’importantissima squadra di Premier League perse nettamente in casa contro una formazione modesta. Si diceva che la società avesse bisogno di soldi. Un po ‘come avviene da noi, ci sono club e presidenti che si vendono un paio di gare a stagione per aggiustare i bilanci... Succedeva prima e credo accada anche ora”
Anche oggi regna l’omertà, in pochi mostrano di pentirsi.
“Il pessimo esempio arriva sempre dall’alto: pochi anni fa ci fu un presidente che si comprò a 200.000 euro l’una dieci partite per salvarsi: spese 2 milioni, seduto dietro ad una scrivania. Pagava ma... scommetteva. Mica scemo. E si mise in tasca qualcosa come 3-4 milioni di euro... Molti sapevano, nessuno fece nulla. Per non parlare delle categorie inferiori…”
Per esempio?
“La serie C è allo sbando. Ci sono presidenti che non pagano stipendi da 5-6 mesi, e quando un calciatore nella migliore delle ipotesi guadagna 3-4000 euro dove li trova i soldi per mantenersi e pagare l’affitto? Finisce per “aggiustare” le partite. Lo fanno in tanti, i presidenti se ne lavano le mani e negli spogliatoi dicono “fate come volete“...”.
Dalle sue parole sembra che davvero nulla sia cambiato, nonostante gli arresti, i processi e le squalifiche…
“No, è ciclico. Ci si ferma per qualche mese, poi ricomincia tutto come prima. Anzi, peggio. Un tempo si andava a scommettere nelle ricevitorie, c’era il tempo di scoprire flussi anomali nelle giocate, ma ora con le “puntate“ online anche su siti illegali è tutto incontrollabile. Ci sono tanti siti stranieri con cui scommettere. In tempo reale e anche cifre importanti. Chi sente “odore” di combine al momento giusto fa la sua puntata. E vince. Mentre su qualche campo qualcuno sta “aggiustando” la partita. Un’organizzazione perfetta. Se hai gli agganci giusti puoi diventare ricco, ma anche cacciarti nei guai. Come è successo a me...”