PAOLO VERRI
Cronaca

Milano più calda di 1,5° in un secolo. E alla Bovisa piove più che a San Siro

L’Osservatorio Meteorologico meneghino studia da 253 anni i cambiamenti climatici della metropoli

Sempre più frequenti i casi di fioritura fuori stagione a Milano: qui Porta Nuova

Milano, 1 dicembre 2019 - Piogge torrenziali in autunno, con scrosci violentissimi e di breve durata. Estati roventi, con la colonnina di mercurio che difficilmente scende sotto i 30° anche di notte. E che dire delle gelate notturne in inverno? Solo un lontano ricordo. Anche a Milano i cambiamenti climatici si fanno sentire. Nell’ultimo secolo la temperatura media in città è aumentata di quasi 1,5 gradi. Lo dimostrano i dati raccolti dall’Osservatorio metereologico Milano Duomo, che da 253 anni monitora e annota ogni giorno i parametri atmosferici. Dal primo punto di osservazione, istituito da padre La Grange, fisico francese chiamato a insegnare al collegio di Brera, la rete di stazioni metereologiche urbane si è allargata e adesso comprende otto centraline ad alto contenuto tecnologico, distribuite in diversi quartieri della città, a cui se ne aggiungono altre 14 nell’area metropolitana e nei comuni delle province di Monza, Varese, Pavia e Lodi. A censire le rilevazioni ci pensa “ClimaMi”, progetto che vede climatologi, architetti, ingegneri e tecnici al lavoro per elaborare una serie di dati fondamentali per chi dovrà costruire o restaurare gli edifici di Milano e renderla sempre più “resiliente” ai cambiamenti climatici.

E proprio grazie alle serie raccolte soprattutto negli ultimi dieci anni, quando la rete di stazioni metereologiche si è allargata, emerge la fotografia di una città in evoluzione, con tanti microclimi che variano da zona a zona. Un dato accomuna tutta Milano: è più calda rispetto al passato. A inizio ’900 la temperatura media si aggirava sui 13,5°, dato che è praticamente rimasto costante fino al 1980. Da allora l’aumento è stato costante per attestarsi intorno ad una media di 16 gradi nel 2018. Non in tutti quartieri , però, il clima è uguale. In Bovisa, ad esempio, piove di più. Le precitazioni si attestano intorno ai 1.139 millimetri all’anno, contro i 1.017 millimetri del centro. Record negativo a San Siro, con appena 734 millimetri all’anno, seguita dalla zona sud della città con 804 millimetri. In generale le precipitazioni sono sempre più brevi ma sempre più concentrate e si ripetono a velocità impressionante. E proprio questo causa gli allagamenti che rendono inagibili i sottopassi perché il sistema fognario non è in grado di smaltire l’acqua.

Differenze si percepiscono anche in estate. Dal 2013 al 2018, nei tre mesi di giugno-agosto, le giornate di solleone sono state 66 in zona centro, 65 alla Bovisa, 62 alla Bicocca, 49 in Città Studi e 36 a San Siro. Ci sono poi i dati della Bocconi. Negli ultimi anni si contano 22 giorni di calore estremo, ossia con temperature sopra i 31° e le notte tropicali sono passate da 35 a più di 50. Tutta «colpa» delle isole di calore, il fenomeno che riguarda i grandi centri urbani e che consiste in una differenza di temperatura tra il centro e le aree più esterne. E che fa sentire i suoi effetti anche nell’hinterland. A Vigevano, ad esempio, la temperatura è più elevata e piove molto meno rispetto a Melzo, dov’è stato testato un progetto pilota che include anche la climatologia nella redazione del Pgt. Variazioni notevoli, di cui tenere conto, nel progettare edifici e impianti di riscaldamento o nel ristrutturare palazzi d’epoca in modo da «prepararli» ad affrontare senza “rughe e smagliature” i prossimi secoli. A partire dallo stop al consumo di suolo e dalla scelta di rigenerare piuttosto che costruire ex novo, perché il suolo «libero» è essenziale per trattenere il carbonio.